Con l'acronimo D.S.A si indicano i Disturbi Specifici di Apprendimento che raggruppano diverse difficoltà legate alla capacità di lettura, di scrittura, di calcolo, di comprensione.
Il termine "disturbo specifico" sta ad indicare che chi presenta un DSA apprende in modo diverso rispetto agli altri, percorre tappe diverse in tempi e modi differenti.
I dislessici, ad esempio, non riescono a consolidare l'automatismo della letto scrittura presente, invece, nei bambini non dislessici i quali apprendono a leggere seguendo delle tappe: dapprima lo fanno in modo non automatico, per poi passare all'automatismo vero e proprio.
Si inizia a parlare di disturbi specifici di apprendimento e in particolare di dislessia, solo verso la fine del 1800 e lo si fa in termini puramente medici. Bisogna aspettare il 1917 per avere il primo vero trattato sulla dislessia; per anni il problema è stato affrontato solo dal punto di vista medico, all'inizio i pazienti venivano sottoposti a visita oculistica in quanto si credeva che il disturbo dipendesse da un deficit di tipo visivo .Questa impostazione è andata avanti sino agli anni 80, infatti risale al 1983 il metodo Irle secondo cui i dislessici traevano beneficio dall'uso di occhiali con lenti colorate.
Con l'evoluzione scientifica si è arrivati a capire che il principale imputato nelle difficoltà di apprendimento, quindi nelle dislessia, è il cervello. I progressi scientifici resi possibili anche da nuove tecnologie quali PET , TAC, FMRI hanno permesso di capire come la dislessia sia legata al mal funzionamento di determinate aree cerebrali e come le cause siano da ricercarsi nella genetica: studi recenti hanno individuato i geni responsabili della dislessia, rendendo possibile l' individuazione di bimbi dislessici sin dalla nascita
Si inizia a parlare di disturbi specifici di apprendimento e in particolare di dislessia, solo verso la fine del 1800 e lo si fa in termini puramente medici. Bisogna aspettare il 1917 per avere il primo vero trattato sulla dislessia; per anni il problema è stato affrontato solo dal punto di vista medico, all'inizio i pazienti venivano sottoposti a visita oculistica in quanto si credeva che il disturbo dipendesse da un deficit di tipo visivo .Questa impostazione è andata avanti sino agli anni 80, infatti risale al 1983 il metodo Irle secondo cui i dislessici traevano beneficio dall'uso di occhiali con lenti colorate.
Con l'evoluzione scientifica si è arrivati a capire che il principale imputato nelle difficoltà di apprendimento, quindi nelle dislessia, è il cervello. I progressi scientifici resi possibili anche da nuove tecnologie quali PET , TAC, FMRI hanno permesso di capire come la dislessia sia legata al mal funzionamento di determinate aree cerebrali e come le cause siano da ricercarsi nella genetica: studi recenti hanno individuato i geni responsabili della dislessia, rendendo possibile l' individuazione di bimbi dislessici sin dalla nascita
L'attenzione ai disturbi di apprendimento da un punto di vista scolastico è recente ma nonostante ciò sono stati fatti passi da gigante per garantire pari opportunità di apprendimento a questi bambini.
La strada da percorrere è ancora molto lunga perché se da un lato ci sono famiglie costituite in associazioni che portano avanti la loro battaglia per il riconoscimento dei diritti dei propri figli, famiglie che si auto formano e divulgano le loro conoscenze affinché la dislessia e i DSA ad essa correlati diventino di dominio pubblico, dall'altro esistono genitori che hanno un certa reticenza nell'accettare le difficoltà dei propri bambini, ostacolando o addirittura rifiutando il lavoro di insegnanti e specialisti del settore.
Allo stesso modo ci sono insegnanti che, trovandosi di fronte a bimbi con difficoltà specifiche di apprendimento, si formano e informano al fine di trovare le migliori strategie atte a potenziare le capacità e il diverso modo di apprendimento di questi alunni. Esistono, però, insegnanti ancorati ai pregiudizi che bollando come svogliati, distratti e intelletivamente deprivai coloro che palesano lentezze e incapacità nell' apprendimento.
Ciò che oggi si rende veramente necessario è diffondere il più possibile l'informazione tra famiglie e docenti affinché la dislessia e i disturbi di apprendimento diventino una realtà che non fa più paura, una realtà da affrontare nel modo giusto con gli strumenti adeguati, pertanto è necessario che ciascuno di noi, insegnante e/o genitore prenda coscienza del fatto che c'è ancora molto da imparare sui DSA ma lo si può fare solo instaurando un buon dialogo e una collaborazione continuativa con chi è maggiormente esperto in materia.
(per un maggiore approfondimento: http://eprints.unife.it/annali/lettere/2006vol2/lacaita.pdf )
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