In un bosco, non tanto lontano dalla città di Londra, un bambino giocava con il suo cane Leone . I due amici passavano insieme gran parte della giornata. Un giorno, però, dopo pranzo, Giulian, il bambino, dovette recarsi in città così il cane fu legato a una lunga catena perchè non scappasse. Il cane rimase buono, buono per un po' ma poi, stufo di aspettare l'arrivo dell'amico, decise di liberarsi e andare ad esplorare la città. Non era mai stato nel bosco dai grandi alberi di cemento, tutti ne parlavano e la sua curiosità era cresciuta di giorno in giorno.
La città gli apparve subito molto interessante anche se non c'era alcun paragone con il "suo" bosco, quello pieno di alberi e fiori in cui era solito trascorrere le giornate in compagnia dell'amico Giulian. Mentre girovagava tra un quartiere e l'altro lasciando la traccia del suo passaggio in ogni angolo, si scontrò con un gatto. Il povero micio, aveva un'epressione davvero disperata: si era perso! Anche lui non era mai stato in una città ma i suoi padroncini lo avevano caricato in auto per poi abbandonarlo al primo angolo. Micio era rimasto ad attenderli per ore, impaurito dalla maestosità degli alberi di cemento, dai passi delle gente, dai rumori assordanti di quegli strani animali con le zampe rotonde e di gomma. Quando vide che nessuno tornava indietro a riprenderlo decise di avventurarsi nel grande bosco di cemento alla ricerca dei suoi padroncini, ma alla fine non sapeva più dove si trovava, nè qual era la strada per tornare all'angolo dov'era stato abbandonato. Leone, raccontò al nuovo amico che lui era arrivato da solo al bosco di cemento che gli umani chiamavano città, in quanto si era stufato di aspettare il suo padroncino Giulian legato a una catena. Micio, allora, decise di mostrare la città a Leone, in compagnia di un amico si sentiva meno impaurito. Leone aveva tanto sentito parlare della città dal suo padroncino, ne era rimasto incantato, ma subito si accorse che la città era piena di pericoli: gente che camminava a tutta velocità rischiando di calpestarli, se poi ci si avventurava sulle strade si poteva finire schiacciati dagli animali con le gomme, che tutti chiamavano macchine . Senza parlare del rumore : biiiiiiiiiiiitttttt, potpot, prrrrrrrrrrrrrrrrr...
Cammina, cammina arrivaro davanti a un centro commerciale, era maestoso con tante vetrine colorate e dentro ad ogni vetrina c'erano strane persone immobili, sempre sorridenti con abiti sgargianti. Guardarono meglio per vedere se tra quelle c'erano i loro padroncini, ma nulla! Così decisero di andare oltre. Accanto al centro commerciale c'erano tanti negozi, tutti con grossi vetrine ed in ognuno c'erano cose diverse: in uno quegli strani peli che gli umani si mettono addosso per coprire la pelle; in un altro tutta una serie di leccornie tanto che i due amici rimasero a lungo a fissarla. Infine si trovarno di fronte a una vetrina dentro alla quale c'erano delle enormi gabbie con rinchiusi cani e gatti proprio come loro. Erano tutti dei cuccioli, alcuni sonnecchiavano, altri si alzavano sulle zampe abbaiando un "ciao amico portami via" o miagolando un triste "vieni a prendermi non mi piace questa gabbia!" Leone e Micio si guardarono e capirono che quello non era un bel posto, tutte quelle gabbie in cui erano rinchiusi quegli animali li spaventarono talmente tanto che iniziarono a correre , a correre e a correre fino a quando, improvvisamente, si trovarono nel bosco, quello vero fatto di alberi veri, con le foglie verdi verdi, i fiori profumati, i funghetti e i sentieri di ghiaia fine, fine. Il bosco fatto di voci di animali e non di rumori assordanti. Leone riconobbe il suo bosco. Micio spiegò a Leone che non era mai stato in un bosco grande come quello e aveva paura. Il cane rassicurò subito l'amico dicendogli che invece lui lo conosceva bene e quindi lo avrebbe guidato fino alla casa di Giulian . In un batter d'occhio si trovarono nel cortile della casa, anche Giulian era appena tornato dalla città.. Leone gli si avviccinò scodinzolando, Micio si fece avanti timido. Appena Giulian vide Micio lo prese in braccio: aveva sempre desiderato avere un gatto. Micio finalmente era felice perchè aveva trovato una nuova casa, un nuovo padroncino e un nuovo amico. Da quel giorno Giulian, Micio e Leone diventarono amici inseparabili.
(Francesca P. anni 8)
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Questa storia è stata inventata da Francesca P, 8 anni e partecipa al concorso "favole per bambini scritte dai bambini" di Nonnanna.
A questo indirizzo mail potete trovare il regolamento per il conocorso al quale possono partecipare i vostri bimbi (figli e/o alunni) : http://concorsolinventafavole.blogspot.com . Vince la favola che riceve più commenti quindi....votate FRANCESCA ;o) (se vi piace la sua favola, ovviamente!)
Ciao Cristina
RispondiElimina* GRAZIE per aver fatto partecipare la tua piccola scrittrice al concorso...
* GRAZIE per avermi dato modo di conoscere il tuo blog...tornerò con calma a leggere perchè tratti della dislessia nella quale mi sono trovata coinvolta alcuni anni fa...completamente impreparata e tutt'ora è per me un "argomento" molto nebuloso
* GRAZIE, GRAZIE in modo particolare a FRANCESCA...se scrivi favole così a 8 anni l'avvenire è assicurato!!!
I commenti dovrebbero essere scritti in fondo alla favola sul blog del concorso ma se li lasciano qui verrò, con il tuo permesso, a copiarli...fanno sempre numero!
Un baciotto alla scrittrice e tante serene giornate a tutti
nonnAnna
Grazie a te NonnAnna perchè il tuo concorso dà la possibilità anche ai bimbi con DSA di mettersi in gioco, questa la ragione principale per cui ho voluto postare l'iniziativa sul mio blog, spero davvero che i genitori facciano partecipare i loro bimbi.
RispondiEliminaOvviamente sei autorizzata a copiare gli eventuali commenti che verranno postati qui.
La favola è tutta farina del sacco di Francesca,
ha davvero molta fantasia (degna figlia di sua madre ihihihi ;O) )
Ti aspetto per discudere di dislessia ;O)
Un bacio
Cristiana
Ciao Cristina
RispondiElimina*ho postato la favola di Francesca e subito ha ricevuto due commenti...la favola è indubbiamente bella e poi tratta un argomento molto importante: l'amicizia
Puoi decisamente essere fiera della tua bimba!!!
*se la mia iniziativa potesse servire ai bambini con DSA ne sarei molto contenta...non ci avevo neanche pensato...
*Al momento sono piuttosto "presa"...anzi direi sono stata catturata dall'influenza che, dopo aver fatto il giro dei nipotini, ha pensato di colpire anche me
ma stai pur certa che ne approfitterò per chiedere delucidazioni sulla dislessia
A presto
nonnAnna
anche il fatto che nonnaAnna voglia avere delucidazioni sulla dislessia, è una gran bel risultato.
RispondiEliminaNonna Anna, se conosci altre nonne, parla loro della dislessia, sai, ci troviamo noi mamme tanto spesso a dover "combattere" anche con i nonni che ci dicono che siamo un po' troppo apprensive.
Dacci una mano anche tu.
Cerca di guarire presto