martedì 31 agosto 2010

TAR DEL LAZIO ANNULLA LA BOCCIATURA DI UN RAGAZZO DISLESSICO

iL 23 AGOSTO 2010 Il TAR del Lazio ha accolto il ricorso dei genitori di un ragazzo romano bocciato in quanto aveva insufficienze in molte discipline. Secondo la sentenza del TAR gli insegnanti non hanno tenuto conto del disturbo dell'apprendimento del ragazzo in quanto le insufficienze erano proprio in quelle discipline in cui, se non vengono applicati in modo adeguato gli strumenti compensativi e dispensativi previsti dalle note MIUR, è difficile ottenere la sufficienza.Una delle insufficienze, infatti, era nella lingua scritta straniera. Il TAR specifica che il consiglio dei docenti quando ha formulato la non ammissione ha omesso di far riferimento alle particolari difficoltà del ragazzo e non ha dimostrato di aver messo in atto alcun aiuto specifico. Ovviamente la famiglia aveva discusso con i professori e col dirigente della situzione del figlio specificando che era necessario mettere in atto le indicaizoni del MIUR, purtroppo è rimasta inascoltata.

Questa sentenza non significa che i dislessici non possono essere bocciati come suggerisce il pregiudizio di certi insegnanti. La sentenza mette in evidenza che la scuola non ha svolto il proprio dovere, non ha rispettato il diritto allo studio di questo ragazzo in quanto non gli ha permesso di affrontare l'apprendimento con metodi e strumenti adeguati.
I ragazzi DSA hanno gli stessi diritti e doveri di un qualunque altro studente, se la scuola fornisce gli strumenti adeguati, se adotta un metodo personalizzato, nessuno potrà mai obiettare una bocciatura che potrebbe sempre avvenire esattamente come può accadere per qualunque altro studente.
La scuola, infine, non deve dimenticare l'importanza del patto formativo con la famiglia che non significa "fare tutto ciò che vogliono i genitori" ma vuol dire confrontarsi sulle esigenze dell'alunno tenendo conto delle sue peculiarità trovando insieme la strada migliore per garantirgli il raggiungimento degli obiettivi.

La famiglia stessa, a volte, può essere la prima a chiedere la bocciatura del figlio in quanto ritiene che un anno in più in un ordine di scuola inferiore, magari con le stesse insegnanti, possa essere di beneficio . Ovviamente ogni caso è a sè e dev'essere valutato e affrontato singolarmente, ma se c'è comunicazione tra scuola e famiglia, se c'è collaborazione e se la scuola mette in atto quanto previsto verbalizzando e documentando le proprie scelte pedagogiche e didattiche nessuno avrà bisogno di ricorrere al TAR o temere una denuncia.

Diverso è il discorso di alunni DSA le cui famiglie non hanno voluto il riconoscimento ufficiale del disturbo. In quel caso il bambino non è tutelato e tutto si rimette al buon senso degli insegnanti.

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