Oggi, mercoledì 29 settembre 2010 alle ore 15,58 è stata emanata la legge nazionale n° 1006/1036 sui DSA :O) A questo link potete avere informazioni maggiori
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=SommComm&leg=16&id=506779
Sostanzialmente la legge tutela gli alunni con DSA nel loro diritto all'istruzione, detta disposizioni in merito all'uso degli strumenti e delle metodologie adeguate che permettono loro il raggiungimentod egli obiettivi attraverso un percorso adeguato al proprio modo di apprendere. Con la legge è regolamentata e assicurata la diagnosi precoce anche a partire dalla scuola dell'infanzia. Prevede la preparazione e la sensibilizzazione di genitori e insegnanti alle problematiche dei DSA anche attraverso la formazione e - learning. Entro tre mesi dalla pubblicazione il MIUR provvederà a organizzare un'adeguata formazione per il personale docente. La diagnosi dev'essere comunicata alla famiglia e alla scuola.Sono valide diagnosi rilasciate dall'ASL e da centri accreditati. I bambini con DSA devono avere a loro disposizioni strumenti, tempi e metodi adeguati. Le scuole si devono attivare al fine di grantire gli strumenti necessari (compreso l'uso di strumenti informatici). I famigliari di alunni DSA possono usufruire di una flessibilità oraria lavorativa al fine di poter seguire i bambino in modo adeguato.
Poichè le diagnosi dovranno essere rilasciate dall'ASL e da centri accreditati (prima della legge erano valide anche le diagnosi private) e visto che la legge ribadisce l'importanza di uno screening e di un intervento precoce, ci si augura che venga potenziato il personale che lavora nelle ASL e che si occupa di diagnosi, anche se ciò comporterà un "onere per lo stato"
Potete scaricare la legge dal sito dell'AID.
ciao cristina..
RispondiEliminaper caso mi sono trovata nel tuo blog e ho trovato qualcosa di interessante..ho un bimbo di 8 anni e da qualche mese tra visite e test e risultato con un disturbo specifico dell'apprendimento di tipo (f813) e dalle osservazioni delle insegnanti emerge che la lettura e poco fluida anche la compressione di semplici testi..io accetto ciò che mi dicono dottori ma e anche vero che mio figlio e molto intelligente su diversi piani e ciò non toglie che lui non può essere come gli altri..la mia domanda e ..cosa fà di più la scuola per aiutare i docenti che hanno questi lievi problemi perchè per me e lieve essendoci casi più duri anche perchè oggi ome oggi non si fà altro che dire che i bambini hanno dei disturbi..ma a volte la scuole e ministri non si pongono la domanda che le insegnanti non possono stare dietro a 25-28 alunni in una classe e aiutare tutti come si deve e allora si fà presto a dire che hanno bisogno di aiuto..te ora sei di parte ma la cosa giusta da fare e comportarsi quale è e come deve essere..?
in attesa di una tua risposta ti porgo i miei più sinceri saluti..
naty
Cara Nataly, io cerco di stare dalla parte del buon senso.
RispondiEliminaPurtroppo ciò che dici è vero, le insegnanti,a differenza di un qualuqnue operatore sanitario (logopedista, psicologo...) lavorano con 20, 25, 28 bambini contemporaneamente che presentano esigenze e bisogni diversi. C'è un programma ministeriale da rispettare e per quanto certe menti eccelse sottolineino che il programma non è poi così importante, a conti fatti non è del tutto vero, perchè i genitori pretendono che il programma sia portato a termine, fanno pressioni se ci sono dei rallentamenti e, comunque, dopo c'è sempre un altro ordine di scuola che esige certe competenze dagli alunni che arrivano. Da un lato ci sono le belle parole, la bellissima teoria che incanta ma dall'altra c'è la realtà di tutti i giorni....La teoria dice che per i bambini con DSA i mezzi informatici sono un diritto, certo, non esistono solo quelli, anche un evidenziatore è uno strumento compensativo, gli insegnanti sono bravi a trovare un rimedio efficace a ciò che manca, ma sta di fatto che il pc sarebbe senza dubbio molto utile ma per averlo ci vogliono fondi, esattamente come ce ne vogliono per la formazione degli insegnanti. E' vero che esiste l'autoformazione e la buona volontà dei singoli, ma è altrettanto vero che una buona formazione mirata su ampia scala non sarebbe male, ma ci vogliono soldi...soldi che nessuno ha.
Cosa fanno, dunque, gli insegnanti? TIrano fuori le loro risosrse nascoste e cercano di fornire ai bambini con DSA e non ciò di cui hanno bisogno. Cercvano strategie affinchè l'apprendimento avvenga per collaborazione dove ognuno tira fuori e mette al servizio degli altri le proprie potenzialità. Cercano di far lavorare sulla metacognizione, cioè sulal cosnapevolezza dei propri processi di apprendimento affinchè i bambini diventino consapevoli e autonomi. L'aiuto però deve arrivare principalmente dalle famiglie perchè si deve instaurare un patto tra scuola e famiglia . La famiglia deve aiutare il bambino a diventare autonomo continuando quanto fatto dagli insegnanti a scuola....Il punto cruciale sta nell'autonomia. Una volta che il bambino è diventato bravo ad autogestirsi nell'uso degli strumenti, una volta che ha imparato un metodo di studio, una volta che gli insegnanti hanno applicato i metodi dispensativi il gioco è fatto! Il problema è che durante la scuola primaria sono pochi i bimbi, DSA e non, davvero indipendenti perchè è compito della scuola insegnanre l'autonomia, ecco perchè ritengo che questo sia il periodo più faticoso. Il bambino ha bisogno di qualcuno che lo guidi costantemento, non perchè è stupido, ma perchè ha bisogno di imparare ad organizzarci. In % s'iniziano a vedere i primi risultati, ma nelle classi inferiori il lavoro per l'insegnante è davvero gravoso, ecco allora che molto spesso è utile l'aiuto di qualche volontario, che può anche solo essere un compagno che guida il bambino con maggiore difficoltà. Ad esempio si può stabilire che si controllano i diari a vicenda per verificare che sia stata scritta tutta la lezione assegnata. Il compagno DSA ,a sua volta, avrà un ruolo d'aiuto verso l'altro compagno....Insomma, la scuoal può mettere in atto mille strategie benchè non sia facile con una classe numerosa
ti ringrazio di avermi risposto e dato tante spiegazione...abbiamo avuto un pep con i maestri di mio figlio e l'unico pensiero che abbiamo io e mio marito e che azionando questo metodo di studio verso di lui abbiamo un pò di timore che la situazione potrebbe rovesciarsi e che lui potrebbe non accettare psicologicamente di vedersi attuare questi metodi di studi verso di lui e che potrebbe non accettare e che invece di aiutarlo potrebberlo peggiorarlo...io mi auguro per il bene di mio figlio che i risultati vanno a buon fine...per un maggior aiuto in più ci siamo rivolti a una maestra ( a pagamento)di seguirlo a casa dopo la scuola ovviamente di seguire lo stesso metodo di studi che hanno le maestra della scuola di mio figlio...
RispondiEliminaanche perchè per me mi e molto difficile seguire mio figlio perchè con il mio isegnamento di tanti anni fà lo confondo sempre di più magari a scuola gli e lo spiegano diversamente e io a modo mio di insegnamento..anche se poi il finale e lo stesso..e spiegare i compiti a casa nel modo in cui lo spiegano e insegnano a scuola..non sono una diplomata e laureata..e le maestre hanno detto che non dobbiamo usare i nostri vecchi metodi per aiutarlo a casa..mi domando come dobbiamo fare noi mamme genitori..? dovremmo andare a scuola con i nostri figli...
ma per fortuna ho mia figlia più grande di lui 13 anni che ogni tanto lo aiuta a fargli capire e fa capire anche a me diverse cose...
mi auguro solo che vada per il meglio..
ti ringrazio di vero cuore..
naty