mercoledì 25 maggio 2011

INCONTRO INFORMATIVO SULLA DISGRAFIA CON LE DOTTORESSE IAPICHINO EVA E RANAlLI GIUSEPPINA

Martedì 24 maggio 2011 , presso i locali della direzione didattica di Rivarolo, si è tenuto l'incontro sulla disgrafia tenuto dalle esperte Iapichino Eva e Ranalli Giuseppina.

L'esperta Iapichino è grafologa, perito grafico giudiziario, educatrice-rieducatrice del gesto grafico ed è iscritta all'Associazione grafologi professionisti A.G.P
Esercita a San Giorgio Canavese . I suoi recapiti, per chi avesse bisogno di un consulto , sono: eva.iapichino@gmail.com 3487555599

L'esperta Ranalli è consulente psicologa della scrittura, giornalista, educatrice-rieducatrice del gesto grafico , specializzata AED, responsabile AED per il Piemonte
I suoi recapiti sono giuseppina.ranalli@libero.it 3409005445 Candiolo (TO)

La professione esercitata dalle due esperte citate prevede un lungo e qualificato percorso di formazione attraverso anni di studio per accedere alle varie specializzazioni .
Chi volesse intraprendere questa professione sappia che al momento non esiste una laurea ma una specializzazione post diploma.

Sul sito delle disgrfie europee www.disgrafie.eu/Piemonte.html potete trovare i recapiti di altri specialisti della regione Piemonte e di altre regioni italiane oltre a maggiori informazioni sui corsi di formazione e sulla rieducazione...



Qui di seguito vi riporto l'estratto degli appunti

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La disgrafia rientra nei DSA in quanto il bambino ha difficoltà ad apprendere il gesto e automatizzarlo.
Durante l'incontro rivolto alle docenti della scuola primaria del nostro circolo si è parlato della disgrafia pura ossia senza comorbidità con altri disturbi specifici dell'apprendimento pertanto sono stati suggeriti strategie e strumenti di prevenzione e abilitativi che in caso di comorbidità possono essere rivisitati.

Non si è di fronte a una scrittura disgrafica quando questa è sciolta, progressiva verso destra e non è eccesivamente precisa. Quella che a prima vista possiamo definire come una bella grafia non è detto che appartenga a un bambino non disgrafico.

E' importante che l'insegnante osservi il comportamento del bambino e non basi la sua valutazione solo sulla produzione.

Un bambino di 6 anni, fisiologicamente, non avrà ancora un gesto fluido pertanto è normale che la sua grafia possa apparire poco chiara e piacevole a vedersi ma col tempo deve verificarsi un graduale e spontaneo miglioramento.

Dai 6 agli 8 anni il bambino attraversa la fase PRECALLIGRAFICA caratterizzata da un tratto prevalentemente spezzato

Dai 9 ai 10 anni si ha la fase CALLIGRAFICA. In questa fase il bambino apprende e consolida le regole della scrittura

Dagli 11 ai 12 anni il bambino entra nella fase della personalizzazione della grafia .

Oggi, a differenza di anni fa, non si pone più molta attenzione alle regole grafiche così il bambino tende ad imitare il gesto grafico impostato dall'insegnante, è sufficiente che l'insegnante non segua le regole corrette di scrittura e il bambino le imiterà.








  • QUALI SONO I SEGNALI DI UNA POSSIBILE DISGRAFIA?
Il bambino scrive muovendo tutto il braccio e la spalla.
Il bambino è maldestro
E' evidente una disorganizzazione spaziale
Mancano i collegamneti tra le lettere
spesso ritocca, ripassa e riprende lettere e parole già scritte
Si stanca molto facilmente
Fa presente la sua difficoltà nel copiare dalla lavagna
La pressione sul foglio non è regolare: ho troppo o troppo poco
Non c'è gestione dello spazio: i margini e le righe non vengono rispettati
Ripete spesso di avere male alla mano e al braccio
Ripete di non riuscire a scrivere
Il braccio scorre a fatica sul foglio
Può avere un atteggiamento irrequieto
Si distrae facilmente
Disturba
Oppure può essere introverso e inibito

In ogni caso manifesta un disagio evidente









  • IL BAMBINO IN 1^ PRIMARIA
Il bambino deve rispettare i tempi dell'armonia dei segmenti corporei.
In classe 1^ è naturale che il tratto sia lento ed esitante ma col tempo deve normalizzarsi; nel caso di un bambino disgrafico ciò non avviene anzi, la disarmonia tende a peggiorare.









  • CHE COSA DEVE FARE L'INSEGNANTE IN 1^?







  • deve osservare il bambino durante la scrittura:




ha una buona postura? Se non ce l'ha, quali sono le cause? Il quaderno è troppo grande?Lui è troppo piccolo rispetto al banco? C'è una buona luce? la visuale rispetto a foglio, insegnante e lavagna è ottimale? Il gomito poggia sul banco?





Com'è l'impugnatura? Esiste una regola fissa per impugnare correttamente la penna/matita, il bambino la rispetta?





I comportamenti sbagliati devono essere corretti da subito e insegnati sin dalla scuola dell'infanzia:








  1. il gomito deve poggiare sul banco




  2. la matita va pinzata con il pollice e l'indice e poggiare sul medio




  3. nei mancini la mano non deve stare sopra le righe ma sotto. Se il bambino non riesce a vedere ciò che scrive gli si può concedere di inclinare il foglio.








  • LA PREVENZIONE INIZIA SIN DALLA SCUOLA DELL'INFANZIA:








  1. la scuola dell'infanzia non deve far scrivere il bambino. Non deve insegnargli a leggere e a scrivere ma lavorare molto sui prerequisiti della scrittura e sviluppare la motricità fine.




  2. bisogna dare molto spazio alla manipolazione




  3. bisogna lavorare sul rilassamento segmentario del corpo: spalla, gomito, polso, mano




  4. i bambini devono disegnare e non scrivere




  5. bisogna dare ampio spazio al gioco




  6. il bambino deve poter sviluppare la lateralità e la spazialità attraverso la sperimentazione. Ottimo a tale scopo era il vecchio gioco della campana.








  • QUALI STRUMENTI USARE SIN DALLA SCUOLA DELL'INFANZIA E PER TUTTO IL CORSO DELLA SCUOLA PRIMARIA?


























Prediligere l'uso della matite e penne ergonomiche








No all'uso della stilografica o di penne con inchiostro che non scorre in modo regolare e scivola troppo. L'ideale è la penna biro BIC.






Prediligere nelle prime classi i quadernini piccoli ai quadernoni grandi in quanto questi ultimi limitano la visuale e il bambino fatica maggiormente . Il quadernino, facilitando la visuale, permette di mantenere una postura corretta.






No all'uso del pc, salvo per scopi ben precisi, ossia laddove è indispensabile che lo scritto sia chiaro e leggibile, ad esempio per una verifica o un esame.








  • SUGGERIMENTI DIDATTICI




Partire sin dalla prima primaria con il corsivo in quanto il movimento è naturale e fisiologico legato a una parte del cervello chiamata PALLIDO, che è particolarmente sviluppata in questa fase dello sviluppo cognitivo.





Lo stampatello minuscolo è sconsigliato perché i tratti non sono legati tra di loro, le lettere sono staccate e il bambino fa una maggiore fatica proprio per ragioni fisiologiche.





Lo script è bandito in quanto non predispone il collegamento. Soprattutto per i dislessici implica una maggiore fatica ad apprendere la lettura perché costituito da molte lettere a specchio esempio: b / d ; q/p ....Studi recenti hanno evidenziato come in Inghilterra, dove l'uso dello script è quotidiano, ci sia un'alta percentuale di dislessici e di disgrafici.





No alla presentazione di più caratteri di scrittura insieme.





Dare regole di scrittura, far vedere, lettera per lettera come si scrive disegnandola nell'aria o sul banco, in questo modo il bambino ne interiorizza la grafia corretta. L'insegnante deve prima dare una dimostrazione generale e poi passare individualmente da ogni bambino. Se il bambino consolida movimento errati faticherà ad essere veloce quando gli verrà richiesto negli anni successivi risultando lento durante la dettatura.





E' molto importante insegnare anche il collegamento tra lettera e lettera al fine di comporre le parole e scriverle correttamente.





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ATTENZIONE: leggendo gli appunti, molti di voi potrebbero notare una certa contraddittorietà con quanto viene suggerito dagli specialisti di DSA (ad esempio il fatto che il corsivo sia consigliato sin dai primi giorni della scuola primaria e non rimandato addirittura agli inizi della 2...). io stessa sono entrata in crisi dopo essermi confrontata con queste due validissime specialiste. Loro stesse tengono a sottolineare che i suggerimenti dati si rivolgono agli insegnanti che devono affrontare una disgrafia pura che non ha comorbidità con altri DSA. Precisano che la loro teoria si basa su studi scientifici precisi: il corsivo è più consono a un bambino di 6 anni perché a quell'età è maggiormente sviluppata quella sezione del cervello chiamata pallido che permette un gesto fluido e legato, infatti il bambino per prima cosa scarabocchia e lo scarabocchio è costituito da gesti legati tra loro.





Infine tengono a sottolineare che il loro compito è quello di informare gli insegnanti in merito alle disgrafie dando dei suggerimenti e dei consigli; ognuno, poi, è libero di seguire il metodo che ritiene migliore anche in base al gruppo classe che si trova davanti.





Personalmente sono aperta alla sperimentazione di metodologie nuove soprattutto se insegnate da persone che ritengo porfessionalmente valide. Sono disposta a rivedere le mie teorie e a sperimentarne di nuove in quanto sono l'apertura e l'elasticità mentale che portano a risultati concreti .












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