Confrontandomi con un collega mi sono accorta che è doverosa
una precisazione sull'utilizzo di alcune terminologie specifiche.
Il termine “abilitazione” si utilizza per indicare tutti gli
interventi sui soggetti con DSA in quanto si va ad abilitare una condizione
inesistente sin dalla nascita. Ossia, la
difficoltà della lettura è innata, il bambino nasce così quindi gli interventi
specifici vanno a creare quelle
condizioni per cui impara delle strategie per acquisire e/o migliorare la competenza
che non diventa automatica
Il termine “riabilitazione” , invece, si utilizza in quei
soggetti che hanno perso un’abilità o una funzione presente sin dalla nascita o
acquisita. Ad esempio si riabilita una funzione motoria dopo un trauma. Prima
il soggetto sapeva camminare, poi ha subito un trauma perdendo la funzionalità
dell’arto che va riabilitato affinché il
soggetto possa tornare a camminare.
Il termine “riabilitazione” viene spesso usato in modo
improprio e può essere condannato da esperti del settore, soprattutto da quelle
famiglie molto attente al problema dei DSA in quanto è riferito, soprattutto,
all'ambito medico.
I DSA non sono
né una malattia, né una disabilità
pertanto l’uso di termini che possono ricondurre, anche solo inconsciamente,
alla medicalizzazione, può indispettire i soggetti più suscettibili ,questo
perché è ancora radicata la paura del pregiudizio, l’essere considerati dei
diversi con delle capacità diverse dalla maggioranza della popolazione .