La DM n° 8 del 6 marzo
2013 “Strumenti
d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e
organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” stabilisce che la direttiva estende a tutti gli
studenti in difficoltà il diritto alla personalizzazione dell’apprendimento, richiamandosi
espressamente ai principi enunciati dalla Legge 53/2003. Pertanto è compito doveroso dei Consigli di classe o
dei teams dei docenti nelle scuole
primarie indicare in quali altri casi sia opportuna e necessaria l'adozione di una
personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative, nella prospettiva
di una presa in carico globale ed inclusiva di tutti gli alunni.
Strumento privilegiato è il
percorso individualizzato e personalizzato, redatto in un Piano
Didattico Personalizzato (PDP)
"STRUMENTI D’INTERVENTO
PER ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALIE ORGANIZZAZIONE
TERRITORIALE PER L’INCLUSIONE SCOLASTICA"
1.5 Adozione di strategie di
intervento per i BES
Dalle considerazioni sopra esposte si evidenzia, in
particolare, la necessità di elaborare un percorso
individualizzato e personalizzato per alunni e
studenti con bisogni educativi speciali, anche attraverso la redazione di un Piano Didattico Personalizzato,
individuale o anche riferito a tutti i bambini della classe con BES, ma articolato, che serva come strumento di
lavoro in itinere per gli insegnanti ed abbia la funzione di documentare alle famiglie le strategie di intervento
programmate.
Le scuole – con determinazioni assunte dai Consigli
di classe, risultanti dall’esame della documentazione clinica presentata dalle famiglie e sulla base di
considerazioni di carattere psicopedagogico e didattico – possono avvalersi per tutti gli alunni con bisogni
educativi speciali degli strumenti compensativi e delle misure dispensative previste dalle disposizioni
attuative della Legge 170/2010 (DM 5669/2011), meglio descritte
nelle allegate Linee guida. "
Roma, 27 dicembre 2012
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In sintesi la normativa stabilisce che:
i docenti devono applicare la normativa vigente, i dirigenti devono vigilare affinché la normativa venga rispettata e le famiglie hanno il diritto di pretendere che il diritto allo studio del figlio venga considerato.
Il pdp è un documento ufficiale, un patto didattico ed educativo che viene stabilito tra la scuola e la famiglia e da entrambi dev'essere rispettato.
In alcuni casi di BES, ad esempio quelli riguardanti gli stranieri, il pdp e il percorso personalizzato, possono essere temporanei, ossia fino a quando le difficoltà e i bisogni educativi non sono risolti. In altri casi il pdp può essere modificato nel corso del percorso scolastico in base ai cambiamenti e ai bisogni dell'alunno in difficoltà.
A breve la regione Piemonte predisporrà un modello uguale per tutti gli istituti del territorio.
Sono referente BES del mio Istituto, stiamo redigendo il PAI. Incontriamo notevoli difficoltà a far firmare il PDP ai genitori degli alunni BES non certificati. Cosa fare?
RispondiEliminaGrazie
Anna Feudale
Capisco che non sia facile per un genitore accettare le difficoltà del figlio. Bisogna far capire loro che il pdp è "un contratto" tra scuola e famiglia che fa rispettato da entrambe le parti, garantisce il diritto allo studio di chi ha difficoltà. Se il BES non è nulla di grave si può far capire che è temporaneo. Diverso è se si parla di ADHD, borderline o DSA
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