ALCUNE INFORMAZIONI SU DI ME

- cristiana zucca
- Torino , Italy
- Da 13 anni sono referente per la dislessia, da 3 Funzione Strumentale per l'inclusione del mio istituto. Insegno da 26 anni nella scuola primaria. Dal 2019 collaboro con l'associazione O.S.D a.p.s ( Organizzazione a Sostegno dei Disturbi dell'età evolutiva) come referente per il Piemonte e la Valle d'Aosta ( osdpiemonte@gmail.com ) Sono autrice della favola "Lucertolina e Mirtillina" del libro per bambini sui DSA "Abracadabra Lucertolina". Alcune mie favole sono state pubblicate in altri due libri per bambini editi dalla casa editrice Mammeonline; curo il forum D.S.A su un sito per mamme;ho relazionato ad incontri e convegni sui disturbi specifici dell'apprendimento. Ho presentato il libro sui D.S.A, di cui sono coautrice, al Salone del Libro di Torino. Ho conseguito la specializzazione polivalente presso l'Istituto G Toniolo di Torino, con il massimo dei voti.
martedì 30 giugno 2015
CAMPUS DISLESSIA PER RAGAZZI A QUARONA (VC)
Ricevo da Costanza Di Gaetano e pubblico questa interessantissima iniziativa, utile a tutti i ragazzi che hanno un DSA. I campus sono senza dubbio utili per dare loro strumenti in grado di farli procedere con una certa autonomia negli studi
sabato 15 novembre 2014
DIFFERENZA TRA BES E EES
Al convegno regionale di Vercelli dell'8 novembre, uno degli interventi più interessanti è stato quello del Dott. Guccione, Segretario SINPIA della Regione Piemonte (SINPIA è l'associazione dei NPI), il quale ha fatto una panoramica sulle varie differenze esistenti anche nella terminologia dei vari BES.
Il tutto parte dal lontano 2000, prima della L 170, quanto , anche per i casi gravi di DSA o ADHD, si faceva riferimento alla L 104, pertanto l'assegnare il sostegno a un bambino che, comunque, non avesse deficit intellettivi o sensoriali ma solo gravi disturbi dell'apprendimento o del comportamento, dipendeva molto dalle asl a cui ci si riferiva, pertanto era frequente e normale che ci fossero disparità non solo sul territorio nazionale ma anche nelle stesse regioni. Tutto ciò portò a un incremento "fittizio" delle disabilità in quanto molti non rispondevano ai criteri stabiliti dall'art 3 della L 104.
Ad un certo punto, per evitare confusione, soprattutto per ridurre le spese , si decise di fare chiarezza e distinguere bene le disabilità dai disturbi, si arrivò così alla L 170 e alla CM n° 8 sui BES e poi alla dgr 16 (solo per il Piemonte).
Il Piemonte,nel 2007 emise una delibera dove parlava di EES (esigenze educative speciali), diversi dai DSA ma che, comunque, meritavano di attenzione didattica e pedagogica da parte della scuola.
Con la CM 8 si venne a creare un po' di confusione,se vogliamo, nei piemontesi perché il ministero parlava d BES cioè di Bisogni Educativi Speciali, così molti immaginarono che EES e BES fossero la stessa cosa.
In realtà non è così e il Dott. Guccione l'ha chiarito in modo molto semplice:
i BES sono "il grosso contenitore" dentro cui vengono inseriti i DSA , gli Hc, gli EES e gli svantaggi di qualunque tipo, in particolare quelli economico, linguistici e culturali..
Gli EES restano, pertanto nelle diagnosi piemontesi si continuerà a leggere la dicitura "necessita di esigenze educative speciali" .
Rientrano negli EES tutte le difficoltà che vengono "catalogate" con i seguenti codici ICD 10
F .80
F.82
F.90
F.90.1
F 90.8
F90.0
QXX R 41.8 (ossia QI tra 70 e 84)
Quindi negli EES non rientrano stranieri e tutte le problematiche di carattere sociale i quali, per avere la dichiarazione di BES non devono rivolgersi all'ASL, di norma sono i servizi sociali che inoltrano le segnalazioni, oppure è lo stesso consiglio di classe che decide se un determinato alunno, vista la sua situazione, può rientrare nei BES
Che cosa prevede il percorso legislativo per arrivare a una diagnosi, soprattutto dopo la dgr 16?
1: il primo passo deve compierlo la scuola attraverso l'allegato 2 che deve essere presentato alla famiglia e quindi all'sl , dalla stessa, non prima dei 6 mesi di potenziamento e recupero didattico. Senza l'allegato 2 il bambino non ha diritto di precedenza. Con questo documento viene chiamato entro 6 mesi dalla presentazione
2: visita NPI che può avvenire tramite asl o tramite centri accreditati purché si seguano le indicazioni della Consensus Conference.
3: Valutazione cognitiva e inizio delle valutazioni specifiche qualora la commissione preposta all'analisi della documentazione fornita dalla scuola evidenziasse un reale rischio di DSA.
La dgr 16 è solo per l'osservazione di potenziali DSA e non per ADHD o altri tipi di BES.
Se la famiglia dovesse non accettare e firmare l'allegato 2 esso resta comunque come osservazione dei processi didattici dell'alunno e va allegato al registro dei docenti.
Il tutto parte dal lontano 2000, prima della L 170, quanto , anche per i casi gravi di DSA o ADHD, si faceva riferimento alla L 104, pertanto l'assegnare il sostegno a un bambino che, comunque, non avesse deficit intellettivi o sensoriali ma solo gravi disturbi dell'apprendimento o del comportamento, dipendeva molto dalle asl a cui ci si riferiva, pertanto era frequente e normale che ci fossero disparità non solo sul territorio nazionale ma anche nelle stesse regioni. Tutto ciò portò a un incremento "fittizio" delle disabilità in quanto molti non rispondevano ai criteri stabiliti dall'art 3 della L 104.
Ad un certo punto, per evitare confusione, soprattutto per ridurre le spese , si decise di fare chiarezza e distinguere bene le disabilità dai disturbi, si arrivò così alla L 170 e alla CM n° 8 sui BES e poi alla dgr 16 (solo per il Piemonte).
Il Piemonte,nel 2007 emise una delibera dove parlava di EES (esigenze educative speciali), diversi dai DSA ma che, comunque, meritavano di attenzione didattica e pedagogica da parte della scuola.
Con la CM 8 si venne a creare un po' di confusione,se vogliamo, nei piemontesi perché il ministero parlava d BES cioè di Bisogni Educativi Speciali, così molti immaginarono che EES e BES fossero la stessa cosa.
In realtà non è così e il Dott. Guccione l'ha chiarito in modo molto semplice:
i BES sono "il grosso contenitore" dentro cui vengono inseriti i DSA , gli Hc, gli EES e gli svantaggi di qualunque tipo, in particolare quelli economico, linguistici e culturali..
Gli EES restano, pertanto nelle diagnosi piemontesi si continuerà a leggere la dicitura "necessita di esigenze educative speciali" .
Rientrano negli EES tutte le difficoltà che vengono "catalogate" con i seguenti codici ICD 10
F .80
F.82
F.90
F.90.1
F 90.8
F90.0
QXX R 41.8 (ossia QI tra 70 e 84)
Quindi negli EES non rientrano stranieri e tutte le problematiche di carattere sociale i quali, per avere la dichiarazione di BES non devono rivolgersi all'ASL, di norma sono i servizi sociali che inoltrano le segnalazioni, oppure è lo stesso consiglio di classe che decide se un determinato alunno, vista la sua situazione, può rientrare nei BES
Che cosa prevede il percorso legislativo per arrivare a una diagnosi, soprattutto dopo la dgr 16?
1: il primo passo deve compierlo la scuola attraverso l'allegato 2 che deve essere presentato alla famiglia e quindi all'sl , dalla stessa, non prima dei 6 mesi di potenziamento e recupero didattico. Senza l'allegato 2 il bambino non ha diritto di precedenza. Con questo documento viene chiamato entro 6 mesi dalla presentazione
2: visita NPI che può avvenire tramite asl o tramite centri accreditati purché si seguano le indicazioni della Consensus Conference.
3: Valutazione cognitiva e inizio delle valutazioni specifiche qualora la commissione preposta all'analisi della documentazione fornita dalla scuola evidenziasse un reale rischio di DSA.
La dgr 16 è solo per l'osservazione di potenziali DSA e non per ADHD o altri tipi di BES.
Se la famiglia dovesse non accettare e firmare l'allegato 2 esso resta comunque come osservazione dei processi didattici dell'alunno e va allegato al registro dei docenti.
VI ALLEGO UNA MAPPA CHE CHIARISCE I BES, E' STATA PUBBLICATA DA
COSTANZA DI GAETANO
PRESIDENTE AIFA PIEMONTE E COORDINATRICE REGIONALE DELL'AID
domenica 9 novembre 2014
attività' di cooperative learning
ESEMPIO DI ATTIVITÀ’ DI GEOMETRIA
IN 4^ PRIMARIA
DOCENTE: ZUCCA CRISTIANA
Ø
INTRODUZIONE
L’insegnante è partita dall'argomento previsto dal programma
ministeriale e proposto dal testo di classe.
Ha informato gli alunni che nelle successive tre ore
avrebbero lavorato in gruppo cercando di analizzare l’argomento.
Gli alunni della classe 4^sono 14 pertanto sono stati
formati tre gruppi da 4 alunni e due da 3.
La classe è abbastanza omogenea ed affiatata quindi è stato
semplice mescolare i componenti dei gruppi di volta in volta affinché tutti
lavorassero con tutti.
Una modalità utilizzata è stata di chiedere ai bambini con
chi non avessero lavorato, poi la maestra stabiliva se i vari bambini potevano
far parte di uno stesso gruppo.
v
OBIETTIVI
COGNITIVI:
Comprendere il significato della simmetria
v
OBIETTIVI
SOCIALI :
1: rispettare le opinioni altrui
2: rispettare il proprio turno e i ruoli assegnati
3: sostenere le emozioni e le abilità dell’altro
Ø Luoghi
e materiali
La lezione si è svolta in aula
I materiali
utilizzati sono stati:
Ø
il libro di testo
Ø
foglio da disegno
Ø
tempere
Ø
tempi:
tre
ore, dalle 8.30 alle 11.30
Ø Sequenza
delle attività:
I bambini sono stati suddivisi in gruppo, i gruppi sono
stati decisi dal docente
L’insegnante ha poi spiegato cos’avrebbero fatto durante le
successive 3 ore scrivendo alla lavagna le fasi di lavoro con relativa
tempistica. Sono stati anche definiti e segnati nella seconda lavagna i ruoli
che ognuno avrebbe dovuto ricoprire all'interno del gruppo.
Ø
FASI DI
LAVORO:
1: analisi individuale del testo attraverso indici testuali.
E’ stato illustrato
cosa sono gli indici testuali e spiegato che possono essere utili come
metodologia di studio.
2: lettura individuale del testo.
3: analisi di gruppo degli indici testuali da parte del
“preposto agli indici testuali”
Gli altri componenti avevano il ruolo di controllare che non
venisse tralasciato nulla e, solo al termine, per alzata di mano, potevano fare
eventuali correzioni o integrazioni
4: Lettura collettiva del testo da parte del “lettore”
.
Il gruppo aveva il compito di seguire attentamente la
lettura
5: Esposizione ai compagni da parte di ciascun membro.
Gli altri, come per
il punto 3, avevano il compito di attendere che l’esposizione fosse finita
prima di fare appunti o intervenire. Una regola importante è stata quella di
ascoltare bene gli interventi altrui per evitare di riproporre stessi
interrogativi. E’ stato spiegato che facendo attenzione all’intervento dell’altro
era possibile trovare le risposte a eventuali dubbi.
6: esposizione alla classe da parte di un compagno indicato
dal gruppo.
Al termine dell’esposizione l’insegnante ha chiesto se
qualcuno avesse qualcosa da aggiungere
C’è stato un caso in cui un alunno, preso dall’emozione,
abbia avuto qualche difficoltà, pertanto è stato chiesto ai compagni del gruppo
di intervenire in suo aiuto.
7: attività pratica collettiva.
Per fissare e
comprendere meglio i concetti analizzati sono stati fatti i disegni con le
gocce di tempera sul foglio poi piegato a metà; è stato possibile verificare in
modo diretto i diversi tipi di simmetria.
I bambini sono stati lasciati liberi di confrontarsi tra
loro, di esprimere le proprie scoperte e meraviglie attraverso la condivisione
di una stessa esperienza, prima nel piccolo gruppo poi all’intero del gruppo
classe
Ø MODALITÀ’
DI ASSEGNAZIONE DEI RUOLI
I bambini sono stati liberi di gestirsi come meglio
credevano, c’è chi , non trovando un accordo perché tutti volevano ricoprire
uno stesso ruolo, ha pensato alla strategia del sorteggio. Chi invece è
riuscito a trovare facilmente degli accordi tenendo presente le abilità e
inclinazioni di ciascuno. Ad esempio chi era maggiormente insicuro e intimorito
nell’esporre al gruppo ha scelto di non farlo indirizzandosi verso altri incarichi
Ø
RUOLI
1:
DEPOSITARIO
DEL TEMPO
Aveva il compito di controllare che ogni singola
fase di lavoro fosse concretizzata entro il tempo stabilito. Alcuni avevano un
orologio digitale altri hanno fatto riferimento a quello di classe.
L’insegnante ha promesso di procurare una clessidra in modo tale da avere uno
strumento comune a tutti
2: MODERATORE
Aveva il ruolo di dare la parola durante la
discussione, di controllare che non si eccedesse con il tono di voce
3: PREPOSTO
AGLI INDICI TESTUALI
Aveva il compito di fare questo tipo di
analisi all’intero gruppo
4:
lettore di gruppo
Doveva leggere ad alta voce ai compagni
5: CUSTODE DEI CONTENUTI
Doveva relazionare l’argomento alla classe
6: CUSTODE
DEL TONO DI VOCE
Aveva il compito di riportare i compagni a
un tono di voce accettabile
Poiché i ruoli erano maggiori rispetto ai
componenti ognuno doveva ricoprirne due.
Ø MODALITÀ’
DI REVISIONE E VERIFICA
La verifica immediata non è stata svolta sui contenuti ma
sulla metacognizione e sulle abilità sociali.
Le domande poste sono state.
1: vi è piaciuto lavorare così, perché?
In un gruppo i bambini si sono lamentati di un compagno che tendeva
a disturbare. Si è chiarito subito che la regola era quella della
collaborazione pertanto chi disturbava o dimostrava di non riuscire a lavorare
con gli altri sarebbe stato fatto lavorare individualmente. Al bambino è stato
chiesto perché nelle esperienze precedenti aveva dimostrato maggiore attenzione
e rispetto dei tempi, mentre adesso era frequentemente distratto e distraibile
da stimoli esterni. Il bambino ha risposto che per lui è molto più facile lavorare
in questo modo quando si devono svolgere degli esercizi più dinamici quali, ad esempio
le operazioni o i problemi
2: che cosa avete trovato più difficile?
Molti hanno risposto “l’esposizione sia nel piccolo gruppo
che nel grande gruppo”. Alcuni sono riusciti a fare un’analisi introspettiva
piuttosto profonda ammettendo che le difficoltà nel memorizzare il lessico
specifico li inibiva nel strutturare in modo corretto le frasi e di conseguenza
l’esposizione ai compagni
Alcuni hanno manifestato la paura di essere giudicati
nonostante fosse stato chiarito da subito che non c’era alcun tipo di valutazione
cognitiva.
3: vi piace questa modalità di lavoro e perché?
Quasi all’unanimità sono stati concordi nello stabilire che
attraverso il confronto con i pari è più facile imparare le cose, sia perché
spiegando agli altri si possono chiarire molti concetti a se stessi, sia perché
i compagni hanno delle modalità molto simili al proprio stile di apprendimento
che l’adulto, a volte, può non avere o comprendere.
Ø
VALUTAZIONE
DELL’APPRENDIMENTO
La valutazione dell’apprendimento e delle abilità avverrà
attraverso una verifica individuale
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L'esperienza è legata al corso di Cooperative Learning tenuto dall'Ins. Riccarda Viglino presso l'IC di Strambino .Molte altre esperienze possono essere consultate sul sito www.appcoop.it
La metodologia dell'apprendimento cooperativo è una di quelle facilmente applicabili all'intero gruppo classe e che permette completamente l'inclusione di tutti gli alunni, in primis di coloro che presentano BES. La bibliografia in merito è alquanto ricca ma solo attraverso "il fare" è possibile sperimentarla appieno. Fondamentali sono i momenti di confronto con Riccarda, con i docenti delle altre scuole che applicano, in modi diversi, il metodo in questione,
Inizialmente avevo molti dubbi ma ciò che mi ha tranquillizzata è il fatto che si può applicare per fasi e adattarlo ai momenti, alle situazioni, al programma. Si può procedere gradualmente fino a quando non ci si sente davvero abili e non lo si è fatto proprio. Si può decidere di utilizzarlo solo in certe discipline o con certi argomenti. Il bello di questo metodo è che lascia libertà e flessibilità senza creare ansie eccessive .
La metodologia dell'apprendimento cooperativo è una di quelle facilmente applicabili all'intero gruppo classe e che permette completamente l'inclusione di tutti gli alunni, in primis di coloro che presentano BES. La bibliografia in merito è alquanto ricca ma solo attraverso "il fare" è possibile sperimentarla appieno. Fondamentali sono i momenti di confronto con Riccarda, con i docenti delle altre scuole che applicano, in modi diversi, il metodo in questione,
Inizialmente avevo molti dubbi ma ciò che mi ha tranquillizzata è il fatto che si può applicare per fasi e adattarlo ai momenti, alle situazioni, al programma. Si può procedere gradualmente fino a quando non ci si sente davvero abili e non lo si è fatto proprio. Si può decidere di utilizzarlo solo in certe discipline o con certi argomenti. Il bello di questo metodo è che lascia libertà e flessibilità senza creare ansie eccessive .
martedì 14 ottobre 2014
CONVEGNO A VERCELLI
SABATO 8 NOVEMBRE ORE 9.00
Teatro Civico Vercelli
convegno dal titolo:
BES ed EES NUOVO INDIRIZZOPER LA GESTIONEDI STUDENTICON DIFFICOLTÀ DI APPRENDIMENTO
ISCRIZIONEOBBLIGATORIA a:referente.piemonte@aifa.itsegreteria: 328 8420229
LA PARTECIPAZIONE È GRATUITA IL CONVEGNO È APERTO A TUTTI
Diffondete l'iniziativa tra genitori, insegnanti ed operatori del settore
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