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ALCUNE INFORMAZIONI SU DI ME

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Torino , Italy
Da 13 anni sono referente per la dislessia, da 3 Funzione Strumentale per l'inclusione del mio istituto. Insegno da 26 anni nella scuola primaria. Dal 2019 collaboro con l'associazione O.S.D a.p.s ( Organizzazione a Sostegno dei Disturbi dell'età evolutiva) come referente per il Piemonte e la Valle d'Aosta ( osdpiemonte@gmail.com ) Sono autrice della favola "Lucertolina e Mirtillina" del libro per bambini sui DSA "Abracadabra Lucertolina". Alcune mie favole sono state pubblicate in altri due libri per bambini editi dalla casa editrice Mammeonline; curo il forum D.S.A su un sito per mamme;ho relazionato ad incontri e convegni sui disturbi specifici dell'apprendimento. Ho presentato il libro sui D.S.A, di cui sono coautrice, al Salone del Libro di Torino. Ho conseguito la specializzazione polivalente presso l'Istituto G Toniolo di Torino, con il massimo dei voti.

mercoledì 20 maggio 2009

UNA METAFORA PER I DSA

andando su questo sito http://www.hippocampo.net/index.php/myblog/Una-metafora-per-i-DSA.html potete trovare del buon materiale per poter spiegare ai bambini che cosa sono i DSA, cosa succede nel cervello di una persona con Disturbi Specifici dell'Apprendimento.

Il materiale è tratto da un articolo di una rivista americana tradotta dallo psicologo Pier Paolo Faresin . Lo studio americano parla dell'importanza delle metafore per spiegare in modo efficace ai bambini che cosa sono i DSA e come funziona il cervello di una persona con disturbo specifico

Dategli un'occhiata, ne vale la pena!

LA VALLE D'AOSTA HA APPROVATO LA SUA LEGGE SUI DSA


La regione autonoma della Valle d'Aosta ha approvato la sua legge a tutela dei bimbi con DSA. Il testo lo potete scraicare dal sito dell'AID.





La regione istituisce un comitato tecnico scientifico che penserà a promuovere la formazione del personale docente e sanitario...le scuole di ogni ordine e grado, all'interno del POF, potranno aderire a questa formazione e progettarne di proprie al fine di attuare percorsi individualizzati e l'applicazione di strategie efficaci.


Le istuzioni scolastiche devono garantire l'uso degli strumenti compensativi e dispensativi, il rispetto dei tempi e la progettazione di percorsi individualizzati. Si dovranno prevedere adeguate forme di verifica e valutazione al fine di non creare un divario eccessivo rispetto ai compagni.


Il consiglio di classe deve documentare tutto il percorso al fine di grantire una buona continuità tra ordini di scuola.


La regione erogherà dei contributi per l'attuazione di progetti specifici sui DSA.

Alle famiglie verranno concessi contribuiti per l'acquisto di strumenti informatici.

I famigliare di alunni con DSA potranno usufruire di una flessibilità oraria lavorativa al fine di poter seguire in modo adeguato i figli :O)))


Le disposizioni entreranno in vigore dall'anno 2009/2010.


LA LEGGE NAZIONALE E' STATA APPROVATA AL SENATO

(ASCA) - Roma, 19 mag - La Commissione Istruzione del Senato ha licenziato, il testo unificato della nuova legge che definisce le norme in materia di difficolta' specifiche di apprendimento riferibili alla dislessia. Lo rende noto la senatrice della Lega Nord Irene Aderenti la quale spiega come gia' durante il precedente governo erano state depositate diverse proposte di legge sul tema.''I due disegni di legge presentati dai commissari del Pd e dai commissari Pdl e Lega Nord - ha spiegato Aderenti - all'inizio dell'attuale legislatura, sono stati riunificati in un testo unico e condiviso da tutti. Da troppi anni i genitori degli alunni dislessici e gli stessi studenti aspettavano una legge che potesse non solo riconoscere e collocare il disturbo in un ambito adeguato, ma anche sancire alcune strategie che la scuola puo' e deve adottare per venire incontro alle esigenze degli alunni dislessici''. Il fenomeno della dislessia, della discalculia e della disgrazia, ha detto la senatrice della Lega ''e' stato configurato in difficolta' specifiche di apprendimento (DSA) e sappiamo che riguarda oltre il 5% della popolazione scolastica. Gli alunni dislessici imparano a leggere, a scrivere e a far di conto con una sforzo enorme in termini di concentrazione ed autocontrollo vivendo un disagio psicologico pesante e spesso mascherato da strategie che sono interpretate come scarso impegno, pigrizia e svogliatezza''.Gli alunni dislessici, avranno diritto ad una diagnosi specialistica ''che accerti quantita' e qualita' del disturbo in modo tale da essere accompagnati lungo il percorso scolastico da strategie didattiche compensative e dispensative che permettano di escludere l'attuazione di continui richiami ossessivi all'impegno perche' non esistono forme di 'impegno'' che possano modificare la realta' della dislessia''.

"Non sono state previste, purtroppo, risorse per sostenere la scuola nell'attuazione di questa iniziativa di legge e tuttavia la sua approvazione segna una svolta culturale nella scuola italiana e nella vita sociale del Paese. D'ora in poi i ragazzi che presentano queste difficoltà e loro famiglie potranno sentirsi accolti e sostenuti nel percorso scolastico senza dover affrontare ulteriori ostacoli». (dichiara la senatrice del Pd Albertina Soliani)

Come può essere efficace una legge senza risorse per attuarla? Sopratutto una legge simile che ha bisogno di moltissime risorse a partire dai PC per i bambini disgrafici e disortografici! Come si può prevedere di farli lavorare al computer se il laboratorio della scuola non è attrezzato e se per far scrivere un testo a un bimbo DSA devo spostare l'intera classe in aula informatica? Non sarebbe meglio prevedere almeno uno o due pc portatili per plesso? (senza voler cadere nell'utopia di un pc per aula!). Come si può applicare bene una legge se per avere l'audiolibro del sussidiario, tanto per fare un esempio, devo fare una trafila burocratica infinita e inoltrarla l'anno prima per quello dopo perchè altrimenti campa cavallo che il bimbo ha il suo bel testo da ascoltare?
Alle elementari, poi, dove ogni bimbo ha bisogno di mille attenzioni perchè tutti sono in crescita verso una personale autonomia, come si fa ad applicare bene la legge se l'insegnante è sola (unica) in classi di 27 o 28 con mille problematiche da affrontare? Non sarebbe forse bene prevedere, tra le risorse, personale in più (ERESIA, IN UN'EPOCA DOVE SI VOGLIONO ELIMINRAE PIU' DOCENTI POSSIBILI...) assegnato ai circoli che mette in atto laboratori di recupero per alunni con DSA, laboratori all'interno dei quali con calma si riprendono i concetti spiegati in classe? E come si può pensare che una legge venga applicata a dovere se la percentuale di insegnanti formate e informate sull'argomento sono pochissime? Non sarebbe meglio rendere obbligatoria la formazione sui DSA per tutti gli insegnanti di ordine e grado, esattamente come si pretende di rendere obbligatoria la formazione di tutti i docenti della primaria per l'insegnamento della lingua inglese, compresi quelli che l'inglese non lo hanno mai masticato nemmeno alle medie? NOn è forse più importante che i bimbi DSA abbiano insegnanti veramente preparati nel saper affrontare un disturbo che se trattato male può generare individui depressi ed emotoivamente deprivati? Credo che tutti concordino con me sul fatto che è meglio utilizzare i fondi previsti per la formazione di tutti gli insegnanti in lingua inglese, per specializzare tutti sui DSA.
E' vero che la legge è un primo passo, mi auguro che a questo ne seguano tanti altri o la legge servirà a poco!

sabato 16 maggio 2009



Ieri pomeriggio presso lo spazio Stock del Salone del Libro di Torino si è tenuto il convegno dal titolo "Abracadabra Lucertolina: la dislessia e altri disturbi specifici dell'apprendimento" Durante l'incontro è stato presentato il libro di fiabe per bambini con DSA e non solo, scritto da me, Dobatella Rosa e Maria Giuliana Saletta. All'incontro sono intervenute anche Rosanna Gangi presidente territoriale AID Torino e Piera Quaglia, anch'ella dell'AID di Torino.

Qui di seguito vi posto il mio intervento che era più tecnico.

Donatella e Giuliana hanno invece raccontato la loro esperienza di madri di bimbi con DSA: le paure, le ansie, le frustrazioni che le famiglie e i bambini devono affrontare . Le autrici hanno anche dato dei suggerimenti, sperimenti sulla loro pelle, su come affrontare e far affrontare i bambini questa loro particolarità.

Le rappresentanti AID hanno descritto la funzione dell'associazione

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Buona sera a tutti, mi chiamo cristiana zucca, insegno nella scuola primaria di argentera, una frazione della direzione didattica di rivarolo canavese in cui mi occupo di dislessia e disturbi dell'apprendimento da circa tre anni. L'interesse e il coseguente studio di questo modo caratteristico di apprendere da parte di alcuni bambini e' nato quando mi sono ritrovata ad affrontare una situazione piuttosto complessa: nella mia classe era stato inserito un bambino con disturbi di apprendimento piuttosto gravi, non accettati dalla famiglia che ha tentato di ostacolare in tutti i modi la collaborazione che proponevano sia la scuola sia l'asl. Da quell'esperienza, dallo studio susseguito negli anni e dal confronto con alcuni colleghi che si occupano di dsa, sono arrivata ad alcune considerazioni che vorrei condividere con voi e che sono intrinseche nella favola di mirtillina.
L'esperienza mi ha insegnato che l'infornazione è il perno su cui ruota tutto l'intervento per e sui bimbi DSA. Se manca l'informazione manca la collaborazione, pertanto questi bimbi rischiano di trovarsi sempre più soli. La collaborazione dev'essere a 360°: scuola, famiglia, e opeartori socio sanitari. Ognuno deve superare paure e pregiudizi e seguire solo ed esclusivamente la propria professionalità anche nella consapevolezza che a volte la verità può accompagnarsi a qualche rischio.
Questo vale per tutti:per i genitori i cui sospetti possono essere sottovalutati e la cui preparazione/ informazione rischia di essere interpretata come ingerenza, presunzione o saccenza verso la scuola o la sanità;
gli insegnanti che potrebbero incorrere in ostilità da parte di genitori che faticano ad accettare l'esistenza di un problema perchè ogni mamma si aspetta che il suo bambino sia perfetto e di fronte a qualunque tipo di difetto entra in crisi e si mette in discussione, pertanto si creano delle dinamiche personali piuttosto complessi che se gestite nel modo sbagliato possono dare origine a dei conflitti piuttosto seri tra tutti gli attori in gioco (scuola/famiglia/ asl)
gli operatori asl che rischiano anch'essi ostilità e scarsa collaborazione da parte delle famiglie e della scuola.
Sono rischi , che se si presentano, devono essere affrontati, perchè al centro del processo educativo di ciascuno di noi, c'è il bambino. Un bambino che si trova spesso disorientato e impaurito, si sente solo perchè si rende conto che qualcosa non va, si percepisce diverso rispetto ai compagni perchè ha perfettamente coscienza di sè e sa riconoscere i suoi limiti e ancor di più gli insuccessi.Il bambino non vorrebbe mai deludere le attese degli adulti, primi fra tutti i genitori e quando questo avviene si scatenano delle dinamiche comportamentali che incidono sulla sfera emotiva e prestazionale. Il problema è che un bambino difficilmente riesce a dare un nome a ciò che gli accade interiormente e difficilmente riesce a non colpevolizzarsi perchè lui vorrebbe che mamma, papà, le maestre e perchè no, anche il pediatra, fossero fieri di lui, però percepisce che non è così perchè i bambini sanno leggere anche oltre le parole dette e scritte. è nostro compito di adulti intervenire al fine di accompagnare il bambino nella presa di coscienza delle proprie potenzialità rendendole punto di forza su cui agire.
Il bambino DSA dev'essere guidato per lungo tempo non solo nel processo di apprendimento e autonomia ma anche in quello relativo alla crescita emotiva/ psicologica. Molti bimbi DSA rischiano di diventare adulti fortemente depressi, se non correttamente accompagnati nel loro processo di crescita. Noi non dobbiamo permetterlo perchè è anche nell'interesse della società avere persone che stanno bene sia nel
corpo che nelle emozioni.
Che cosa può fare la scuola? La scuola deve innanzitutto formarsi e informarsi.
La formazione dovrebbe essere obbligatoria per tutti gli insegnanti di ogni ordine e grado perchè stando alle percentuali i bambini con DSA non sono un caso che forse può capitare in una classe piuttosto che in un'altra, ma sono sempre più una realtà frequente. Stando ai dati statistici in ogni classe potrebbe esserci almeno un bambino con disturbo o difficoltà di apprendimento, pertanto la formazione diventa una necessità di ogni ordine e grado perchè ogni insegnante dovrebbe poter individuare i segnali predittivi dei DSA. Segnali che possono comparire sin dalla scuola dell'infanzia ad esempio con un disturbo specifico del linguaggio, infatti l'80% dei DSL si sviluppano in DSA. Teniamo presente che sia i DSL
che i DSA hanno per lo più un'origine genetica pertanto un'anamnesi famigliare dovrebbe aiutare ad avere sospetti. CHiaramente alle insegnanti non spetta il compito di diagnosticare o meno la presenza di un DSL o di un DSA in quanto questi vanno valutati con appositi strumenti da personale sanitario qualificato quali logopedisti o NPI, ma la scuola può indirizzare le famiglie verso una prima valutazione che molte volte serve per tranquillizzare tutti quanti. Inoltre piùl'intervento è precoce prima è possibile abilitare il bamino dandigli quegli strumenti compensativi che gli possono permettere di apprendere le stesse cose dei compagni. Di fronte a un DSL l'abilitazione dovrebbe partire sin dalla scuola dell'infanzia. Nella scuola,primaria gli interventi dovrebbero proseguire per tutti e 5 gli anni al fine di fornire al bambino gli strumenti e le strategie indispensabili per un apprendimento sempre piu' autonomo. Solo uno specialista può progettare un percorso sinergico perchè solo lo specialista è in grado di valutare i progressi di un bimbo DSA in merito alla sua disabilità. La scuola deve anche conoscere quali strumenti può usare per migliorare e favorire il processo di apprendimento dei bimbi DSA. Gli insegnanti devono rendersi conto che va modificata la loro didattica e che non esiste una ricetta valida per tutti perchè ogni bimbo DSA è diverso dagli altri essattamente come lo sono i bimbi senza disturbo specifico.
L'insegnamento e la didattica devono essere elastici, flessibili, malleabili. E' necessario rispettare i tempi, gli schemi mentali, si va per tentativi ed errori perchè ciò che funziona per Pierino può non funzionare per Tizio. La scuola fornisce degli strumenti,degli schemi e delle strategie di studio, poi sarà il bambino a creare un proprio processo mentale, un proprio schema mentale. La scuola deve anche
conoscere le leggi, deve sapere quali sono i diritti degli alunni DSA,quale il diritto di avere piu' prove orali rispetto a quelle scritte, soprattutto
nella lingua straniera. Il diritto di avere tempi più lunghi per sostenere una verifica o una prova d'esame. Il diritto di usare il pc con correttore ortografico o con sintesi vocale. Il diritto di avere i
sussidiari parlati. Il diritto di avere una valutazione sul contenuto distinta da quella ortografica...il diritto di poter usare strumenti dispensativi quali la tavola pitagorica o dei mesi...Infine c'e' da tener presente che tutte le startegie adatte per i DSA sono adattabili a tutta la classe. Si può partire presentando a tutti l'uso della tavola pitagorica
per fare le x, ma poi gli altri se ne staccheranno man mano che acquisiranno l'automatismo delle tabelline e il fatto che Pierino continui ad usarla non
costiutuirà elemento di discriminazione.
La scienza medica del settore non fa solo un distinguo tra i vari DSA ma specifica che oltre ai DSA possono esserci dei DDA cioè delle difficoltà di apprendimento. A parer mio ciò che deve importare agli insegnanti è che i DSA non acquisiranno mai gli automatismi,quindi Pierino non imparerà mai le tabelline e avrà sempre bisogno della calcolatrice per contare o del correttore ortografico, questo anche quando sarà un medico di fama mondiale. I DDA acquisiscono gli automatismi quindi Tizio un bel giorno imparerà a usare le tabelline e a contare senza l'uso della calcolatrice e sapra' scrivere acqua finalmente col cq!
Agli insegnanti soprattutto della primaria, da un punto di vista metodologico, non deve importare a quale categoria appartiene il proprio bimbo perchè le strategie e le metodologie che si usano per i
DSA vanno bene anche per i DDA e i piu' bravi della classe.