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ALCUNE INFORMAZIONI SU DI ME

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Torino , Italy
Da 13 anni sono referente per la dislessia, da 3 Funzione Strumentale per l'inclusione del mio istituto. Insegno da 26 anni nella scuola primaria. Dal 2019 collaboro con l'associazione O.S.D a.p.s ( Organizzazione a Sostegno dei Disturbi dell'età evolutiva) come referente per il Piemonte e la Valle d'Aosta ( osdpiemonte@gmail.com ) Sono autrice della favola "Lucertolina e Mirtillina" del libro per bambini sui DSA "Abracadabra Lucertolina". Alcune mie favole sono state pubblicate in altri due libri per bambini editi dalla casa editrice Mammeonline; curo il forum D.S.A su un sito per mamme;ho relazionato ad incontri e convegni sui disturbi specifici dell'apprendimento. Ho presentato il libro sui D.S.A, di cui sono coautrice, al Salone del Libro di Torino. Ho conseguito la specializzazione polivalente presso l'Istituto G Toniolo di Torino, con il massimo dei voti.

sabato 15 novembre 2014

DIFFERENZA TRA BES E EES

Al convegno regionale di Vercelli dell'8 novembre, uno degli interventi più interessanti è stato quello del Dott. Guccione, Segretario SINPIA della Regione Piemonte (SINPIA è l'associazione dei NPI), il quale ha fatto una panoramica sulle varie differenze esistenti anche nella terminologia dei vari BES.
Il tutto parte dal lontano 2000, prima della L 170, quanto , anche per i casi gravi di DSA o ADHD, si faceva riferimento alla L 104, pertanto l'assegnare il sostegno a un bambino che, comunque, non avesse deficit intellettivi o sensoriali ma solo gravi disturbi dell'apprendimento o del comportamento, dipendeva molto dalle asl a cui ci si riferiva, pertanto era frequente e normale che ci fossero disparità non solo sul territorio nazionale ma anche nelle stesse regioni. Tutto ciò portò a un incremento "fittizio" delle disabilità in quanto molti non rispondevano ai criteri stabiliti dall'art 3 della L 104.
Ad un certo punto, per evitare confusione, soprattutto per ridurre le spese , si decise di fare chiarezza e distinguere bene le disabilità dai disturbi, si arrivò così alla L 170 e alla CM n° 8 sui BES e poi alla dgr 16 (solo per il Piemonte).
Il Piemonte,nel 2007 emise una delibera dove parlava di  EES (esigenze educative speciali),  diversi dai DSA ma che, comunque, meritavano di attenzione didattica e pedagogica da parte della scuola.
 Con la CM 8 si venne a creare un po' di confusione,se vogliamo, nei piemontesi perché il ministero parlava d BES cioè di Bisogni Educativi Speciali, così molti immaginarono che EES e BES fossero la stessa cosa.

In realtà non è così e il Dott. Guccione l'ha chiarito in modo molto semplice:

i BES sono "il grosso contenitore" dentro cui vengono inseriti  i DSA , gli Hc, gli EES e gli svantaggi di qualunque tipo, in particolare quelli economico, linguistici e culturali..

Gli EES restano, pertanto nelle diagnosi piemontesi si continuerà a leggere la dicitura "necessita di esigenze educative speciali" .

Rientrano negli EES tutte le difficoltà che vengono "catalogate" con i seguenti codici ICD 10
F .80
F.82
F.90
F.90.1
F 90.8
F90.0
QXX R 41.8 (ossia QI tra 70 e 84)

Quindi negli EES non rientrano stranieri e tutte le problematiche di carattere sociale i quali, per avere la dichiarazione di BES non devono rivolgersi all'ASL, di norma sono i servizi sociali che inoltrano le segnalazioni, oppure è lo stesso consiglio di classe che decide se un determinato alunno, vista la sua situazione, può rientrare nei BES

Che cosa prevede il percorso legislativo per arrivare a una diagnosi, soprattutto dopo  la dgr 16?

1: il primo passo deve compierlo la scuola attraverso l'allegato 2 che deve essere presentato alla famiglia e quindi all'sl , dalla stessa, non prima dei 6 mesi di potenziamento e recupero didattico. Senza l'allegato 2 il bambino non ha diritto di precedenza. Con questo documento viene chiamato entro 6 mesi dalla presentazione
2: visita NPI che può avvenire tramite asl o tramite centri accreditati purché si seguano le indicazioni della Consensus Conference.
3: Valutazione cognitiva e inizio delle valutazioni specifiche qualora la commissione preposta all'analisi della documentazione fornita dalla scuola evidenziasse un reale rischio di DSA.

La dgr 16 è solo per l'osservazione di potenziali DSA e non per ADHD o altri tipi di BES.

Se la famiglia dovesse non accettare e firmare l'allegato 2 esso resta comunque come osservazione dei processi didattici dell'alunno e va allegato al registro dei docenti.

VI ALLEGO UNA MAPPA CHE CHIARISCE I BES, E' STATA PUBBLICATA DA 
COSTANZA DI GAETANO 
PRESIDENTE AIFA PIEMONTE E COORDINATRICE REGIONALE DELL'AID



domenica 9 novembre 2014

attività' di cooperative learning

ESEMPIO DI ATTIVITÀ’ DI GEOMETRIA
IN   4^ PRIMARIA
DOCENTE: ZUCCA CRISTIANA

Ø  INTRODUZIONE
L’insegnante è partita dall'argomento previsto dal programma ministeriale e proposto dal testo di classe.
Ha informato gli alunni che nelle successive tre ore avrebbero lavorato in gruppo cercando di analizzare l’argomento.
Gli alunni della classe 4^sono 14 pertanto sono stati formati tre gruppi da 4 alunni e due da 3.
La classe è abbastanza omogenea ed affiatata quindi è stato semplice mescolare i componenti dei gruppi di volta in volta affinché tutti lavorassero con tutti.
Una modalità utilizzata è stata di chiedere ai bambini con chi non avessero lavorato, poi la maestra stabiliva se i vari bambini potevano far parte di uno stesso gruppo.

v  OBIETTIVI COGNITIVI:
Comprendere il significato della simmetria

v  OBIETTIVI SOCIALI :
1: rispettare le opinioni altrui
2: rispettare il proprio turno e i ruoli assegnati
3: sostenere le emozioni e le abilità dell’altro
Ø  Luoghi e materiali
La lezione si è svolta in aula
I  materiali utilizzati sono stati:
Ø  il libro di testo
Ø  foglio da disegno
Ø  tempere


Ø  tempi:
 tre ore, dalle 8.30 alle 11.30




Ø  Sequenza delle attività:
I bambini sono stati suddivisi in gruppo, i gruppi sono stati decisi dal docente
L’insegnante ha poi spiegato cos’avrebbero fatto durante le successive 3 ore scrivendo alla lavagna le fasi di lavoro con relativa tempistica. Sono stati anche definiti e segnati nella seconda lavagna i ruoli che ognuno avrebbe dovuto ricoprire all'interno del gruppo.

Ø  FASI DI LAVORO:
1: analisi individuale del testo attraverso indici testuali.
 E’ stato illustrato cosa sono gli indici testuali e spiegato che possono essere utili come metodologia di studio.
2: lettura individuale del testo.


Prima d’iniziare è stata stabilita la regola che durante la lettura individuale ci dovesse essere assoluto silenzio per permettere a ciascuno di concentrarsi verificando se le ipotesi fatte attraverso l’indice testuale corrispondessero a quanto scritto
3: analisi di gruppo degli indici testuali da parte del “preposto agli indici testuali”

Gli altri componenti avevano il ruolo di controllare che non venisse tralasciato nulla e, solo al termine, per alzata di mano, potevano fare eventuali correzioni o integrazioni
4: Lettura collettiva del testo da parte del “lettore”
Il gruppo aveva il compito di seguire attentamente la lettura
5: Esposizione ai compagni da parte di ciascun membro.
 Gli altri, come per il punto 3, avevano il compito di attendere che l’esposizione fosse finita prima di fare appunti o intervenire. Una regola importante è stata quella di ascoltare bene gli interventi altrui per evitare di riproporre stessi interrogativi. E’ stato spiegato che facendo attenzione all’intervento dell’altro era possibile trovare le risposte a eventuali dubbi.
6: esposizione alla classe da parte di un compagno indicato dal gruppo.
Al termine dell’esposizione l’insegnante ha chiesto se qualcuno avesse qualcosa da aggiungere
C’è stato un caso in cui un alunno, preso dall’emozione, abbia avuto qualche difficoltà, pertanto è stato chiesto ai compagni del gruppo di intervenire in suo aiuto.
7: attività pratica collettiva.


 Per fissare e comprendere meglio i concetti analizzati sono stati fatti i disegni con le gocce di tempera sul foglio poi piegato a metà; è stato possibile verificare in modo diretto i diversi tipi di simmetria.
I bambini sono stati lasciati liberi di confrontarsi tra loro, di esprimere le proprie scoperte e meraviglie attraverso la condivisione di una stessa esperienza, prima nel piccolo gruppo poi all’intero del gruppo classe

Ø  MODALITÀ’ DI ASSEGNAZIONE DEI RUOLI
I bambini sono stati liberi di gestirsi come meglio credevano, c’è chi , non trovando un accordo perché tutti volevano ricoprire uno stesso ruolo, ha pensato alla strategia del sorteggio. Chi invece è riuscito a trovare facilmente degli accordi tenendo presente le abilità e inclinazioni di ciascuno. Ad esempio chi era maggiormente insicuro e intimorito nell’esporre  al gruppo ha scelto di non farlo indirizzandosi verso altri incarichi
Ø  RUOLI
1: DEPOSITARIO DEL TEMPO
Aveva il compito di controllare che ogni singola fase di lavoro fosse concretizzata entro il tempo stabilito. Alcuni avevano un orologio digitale altri hanno fatto riferimento a quello di classe. L’insegnante ha promesso di procurare una clessidra in modo tale da avere uno strumento comune a tutti
2: MODERATORE
Aveva il ruolo di dare la parola durante la discussione, di controllare che non si eccedesse con il tono di voce
3: PREPOSTO AGLI INDICI TESTUALI
Aveva il compito di fare questo tipo di analisi all’intero gruppo
4: lettore di gruppo
Doveva leggere ad alta voce ai compagni
5: CUSTODE DEI CONTENUTI
Doveva relazionare l’argomento alla classe
6: CUSTODE DEL TONO DI VOCE
Aveva il compito di riportare i compagni a un tono di voce accettabile

Poiché i ruoli erano maggiori rispetto ai componenti ognuno doveva ricoprirne due.



Ø  MODALITÀ’ DI REVISIONE E VERIFICA
La verifica immediata non è stata svolta sui contenuti ma sulla metacognizione e sulle abilità sociali.
Le domande poste sono state.

1: vi è piaciuto lavorare così, perché?
In un gruppo i bambini si sono lamentati di un compagno che tendeva a disturbare. Si è chiarito subito che la regola era quella della collaborazione pertanto chi disturbava o dimostrava di non riuscire a lavorare con gli altri sarebbe stato fatto lavorare individualmente. Al bambino è stato chiesto perché nelle esperienze precedenti aveva dimostrato maggiore attenzione e rispetto dei tempi, mentre adesso era frequentemente distratto e distraibile da stimoli esterni. Il bambino ha risposto che per lui è molto più facile lavorare in questo modo quando si devono svolgere degli esercizi più dinamici quali, ad esempio le operazioni o i problemi
2: che cosa avete trovato più difficile?
Molti hanno risposto “l’esposizione sia nel piccolo gruppo che nel grande gruppo”. Alcuni sono riusciti a fare un’analisi introspettiva piuttosto profonda ammettendo che le difficoltà nel memorizzare il lessico specifico li inibiva nel strutturare in modo corretto le frasi e di conseguenza l’esposizione ai compagni
Alcuni hanno manifestato la paura di essere giudicati nonostante fosse stato chiarito da subito che non c’era alcun tipo di valutazione cognitiva.
3: vi piace questa modalità di lavoro e perché?
Quasi all’unanimità sono stati concordi nello stabilire che attraverso il confronto con i pari è più facile imparare le cose, sia perché spiegando agli altri si possono chiarire molti concetti a se stessi, sia perché i compagni hanno delle modalità molto simili al proprio stile di apprendimento che l’adulto, a volte, può non avere o comprendere.

Ø  VALUTAZIONE DELL’APPRENDIMENTO
La valutazione dell’apprendimento e delle abilità avverrà attraverso una verifica individuale


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L'esperienza è legata al corso di Cooperative Learning tenuto dall'Ins. Riccarda Viglino presso l'IC di Strambino .Molte altre esperienze possono essere consultate sul sito www.appcoop.it 

La metodologia dell'apprendimento cooperativo è una di quelle facilmente applicabili all'intero gruppo classe e che permette completamente l'inclusione di tutti gli alunni, in primis di coloro che presentano  BES. La bibliografia in merito è alquanto ricca ma solo attraverso "il fare" è possibile sperimentarla appieno. Fondamentali sono i momenti di confronto con Riccarda, con i docenti delle altre scuole che applicano, in modi diversi, il metodo in questione,
Inizialmente avevo molti dubbi  ma ciò che mi ha tranquillizzata è il fatto che si può applicare per fasi e adattarlo ai momenti, alle situazioni, al programma. Si può procedere gradualmente fino a quando non ci si sente davvero abili e non lo si è fatto proprio. Si può decidere di utilizzarlo  solo in certe discipline o con certi argomenti. Il bello di questo metodo è che lascia libertà e  flessibilità senza creare ansie eccessive .