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ALCUNE INFORMAZIONI SU DI ME

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Torino , Italy
Da 13 anni sono referente per la dislessia, da 3 Funzione Strumentale per l'inclusione del mio istituto. Insegno da 26 anni nella scuola primaria. Dal 2019 collaboro con l'associazione O.S.D a.p.s ( Organizzazione a Sostegno dei Disturbi dell'età evolutiva) come referente per il Piemonte e la Valle d'Aosta ( osdpiemonte@gmail.com ) Sono autrice della favola "Lucertolina e Mirtillina" del libro per bambini sui DSA "Abracadabra Lucertolina". Alcune mie favole sono state pubblicate in altri due libri per bambini editi dalla casa editrice Mammeonline; curo il forum D.S.A su un sito per mamme;ho relazionato ad incontri e convegni sui disturbi specifici dell'apprendimento. Ho presentato il libro sui D.S.A, di cui sono coautrice, al Salone del Libro di Torino. Ho conseguito la specializzazione polivalente presso l'Istituto G Toniolo di Torino, con il massimo dei voti.

domenica 22 gennaio 2012

CONVEGNO IVREA, LEGGE 170: APPUNTI 3

PDP
DOTTORESSA ARDISSINO, PSICOPEDAGOGISTA , FORMATRICE AID

La dottoressa ha illustrato la funzione del pdp

P= progetto
D= didattico cioè miglioramento del processo d'insegnamento/apprendimento in efficacia ed efficienza
P= personalizzato nella metodologia , nei tempi e nella progettazione a casa

Il PDP riguarda la programmazione che deve diventare flessibile essa non si deve discostare da quella della classe e gli obiettivi devono restare gli stessi. Quindi non cambia niente ripsetto a ciò che faccio con la classe anche in considerazione del fatto che gli strumenti concessi ai DSA possono essere utilizzati da tutti.
Il pdp illustra gli interventi degli insegnanti che devono essere commisurati sul bambino.
Il pdp prevede la flessibilità didattica.

Che cosa significa personalizzare gli obiettivi?
Significa aver ben presente i punti di forza e debolezza del bambino e progettare il percorsa su quelli. Significa prendersi cura dell'aspetto emotivo-motivazionale e relazionale che interviene durante la fase di apprendimento.

Il PDP è un contratto tra scuola e famiglia e come tale va rispettato da entrambe le parti , oppure con il ragazzo stesso qualora sia maggiorenne e firma il proprio PDP.

MODELLI:
le scuole sono libere di scegliere e crearsi i modelli che preferiscono, l'AID ha proposto il suo .
Se la diagnosi arriva in corso d'anno gli ingegnanti devono provvedere all'immediata stesura del documento.
Per redarre il Pdp sono necessari confronti con gli specialisti, la famiglia e gli insegnanti degli ordini di scuola precedente al fine di poter descrivere e capire il funzionamento delle abilità strumentali e le procedure deficitarie

Come posso modificare l'obiettivo tenendolo, però simile a quello della classe?

Ad esempio se consideriamo “Saper scrivere testi in modo ortograficamente corretto” posso modificarlo in “Saper scrivere testi” L'obiettivo relativo alla scrittura e alla comunicazione viene mantenuto si modifica solo l'aspetto ortografico che in un disrtografico non potrà essere raggiunto

PERCHE' GLI STRUMENTI COMPENSTAIVI SONO IMPORTANTI?
Essi sollevano l'alunno da una prestazione resa difficoltosa dal disturbo.L'uso degli strumenti non facilitano assolutamente il compito cognitivo.Le mappe , ad esempio, aiutano semplicemente a ricostruire il percorso di studio ma il ragazzo deve comunque impegnarsi per capire e interiorizzare il contenuto.

La dottoressa ha poi fatto una carrellata degli strumenti dispensativi e delle modalità di verifica e valutazione.
I progressi devono essere valutati in itinere e non devono esserci verifiche scritte per le discipline orali. Le interrogazioni devono essere programmate per consentire al ragazzo di prepararsi in modo adeguato e affrontare la propria ansia.Durante le interrogazioni dev'essere concesso l'uso delle mappe che si è costruito duranto lo studio, l'uso delle cartine e di eventuali immagini .In L2 bisogna prevedere delle interrogazioni orali al posto dello scritto. Le prove di verifiche, soprattutto per disgrafici e disortografici devono essere fatte con risposte multiple, close oppure V/F al fine di eliminare tutti quegli aspetti della scrittura che potrebbero compromettere l'esito della prova. Se i tempi a disposizione per le prove sono ridotti prevedere una riduzione degli esercizi da fare, altrimenti concedere più tempo, in questo è l'insegnante che si deve regolare.
Molto importante è il patto con al famiglia che deve prevedere l'organizzazione dei compiti a casa, l'eventuale intervento di un tutor, la gestione del diario e del materiale, l'uso degli strumenti

Al termine dell'intervento della dottoressa è stato dato spazio al dibattito.

Mio intervento

“Le pongo due interrogativi:
1- sul pdp laddove si parla di diagnosi posso inserire tutti i dati che ricavo dal documento rilasciato dagli specialisti? Non vado incontro a problemi di privacy?
2- gli obiettivi generali possono essere ridotti a obiettivi minimi qualora il mio alunno avesse un dsa grave con un importante deficit mnemonico

RISPOSTA1: “sì è possibile inserire i dati della diagnosi”
La Martini è intervenuta specificando che l'asl to4 sta preparando un documento che avrà due parti una con la relazione sul caso e le informazioni che i docenti potranno inserire nel pdp, l'altro con i dati sensibili (ad esempio coi risultati dei test e le deviazioni standard) che la famiglia deve tenere per sé. In ogni caso la famiglia, nel momento in cui firma il pdp accetta tutto ciò che c'è scritto, pertanto se qualche scuola ha riportato i dati delle deviazioni standard e la famiglia ha firmato significa che ha accettato che venissero riportate”

RISPOSTA 2: “sì, gli obiettivi possono essere ridotti se il bambino ha un dsa grave”

legge 170 convegno ivrea: parte 2

ALLEANZE COME FACILITATORE
dott.ssa Mascali Concetta, referente dsa regionale

EES.
La normativa parla di DSA, attualmente non ci sono norme specifiche sugli EES quindi ci si può trovare in difficoltà a capire come intervenire. Uno strumento in possesso delle scuole che può essere utile per la tutela degli EES è il DPR 275 sull'autonomia scolastica benché da quando le scuole sono autonome e hanno la facoltà di agire e decidere sembrano più insicure e dipendenti di prima.

CHE EFFETTO HA AVUTO LA L 170 SULLA SCUOLA?
ha migliorato il rendimento e l'inserimento degli alunni DSA
ha sensibilizzato la scuola, la famiglia, l'asl e l'opinione pubblica
ha promosso la ricerca e la formazione

CHE COSA DEVE FARE IL DOCENTE?
Il docente deve trovare le strategie specifiche ed è fondamentale che lavori insieme ai colleghi, alla famiglia e agli specialisti che si occupano del bambino.L'alleanza tra tutti coloro che si occupano del bambino DSA permette una valutazione coerente, completa e attendibile.

CHE COS'E' L'ICF?
L'ICF è un documento su cui vengono riportati dei descrittori che individuano le caratteristiche specifiche dei DSA, in questo modo sarà possibile individuare gli indici predittivi del disturbo specifico.

CHE COSA STA FACENDO LA REGIONE?
La regione sta progettando un percorso formativo rivolto a docenti e personale sanitario, sull'uso ICF. La formazione sarà triennale e le persone formate saranno abilitati a formare a cascata il restante personale della scuola e della sanità.

CIRCOLARI REGIONE PIEMONTE SUI DSA
CR 297 del 19/9/2008
CR 353 del 14/10/2010
LR 28 del 2007 sul diritto allo studio degli alunni DSA.

IL REFERENTE DSA
La figura del referente è una figura non obbligatoria ma consigliata.Molte scuole non le hanno in quanto sarebbe una figura in più da pagare con il fondo d'istituto.

INCIDENZA DEI DSA NELLE SCUOLE SECONDARIE
2,6% negli istituti professionali
1,3 % negli istituti tecnici
0,7% nei licei

GRUPPO COORDINAMENTO REGIONALE SUI DSA
Il gruppo è formato da:
Rappresentanti della Regione Piemonte
Rappresentanti dell'università
rappresentanti ANSAS
Rappresentanti AID Piemonte
Referenti DSA provinciali
Referenti DSA regionali
Si sta pensando di far nascere dei gruppi di lavori provinciali a cui partecipino il referente DSA regionale, i docenti dei diversi ordini di scuola e i dirigenti scolastici.

Gli obiettivi di questi gruppi di lavoro sono:
ricerca e formazione
condivisione dei saperi, delle idee e delle esperienze al fine di rispondere in modo concreto alle richieste della L 170.

ALTA FORMAZIONE
Per il mese di giugno, massimo settembre, è prevista la pubblicazione del bando per accedere al MASTER inerente la didattica e la psicologia per i DSA
Il master prevederà 1500 ore di cui la metà online. Il numero per accedere sarà chiudo e fissato intorno alle 100/150 persone che verranno selezionate secondo precisi criteri.. Il master sarà diviso in tre livelli: iniziale, intermedio e avanzato.La sede del master, molto probabilmente sarà a Savigliano (CN) e verrà previsto ¼ delle ore come tirocinio in scuole che devono ancora essere individuate.

CORSI DI FORMAZIONE
Oltre al master che darà comunque un titolo, ci saranno corsi organizzati dai vari CTS . In Piemonte ogni provincia ha un suo CTS.
I CTS organizzeranno formazione per:
le scuole che non hanno un referente
per i referenti DSA
per i docenti e i DS sulla normativa vigente

OBIETTIVI DELLA REGIONE 2011/12
Rilevazione esperienze e buone pratiche
rilevazione alunni DSA certificati presenti nelle varie scuole

OBIETTIVI A LUNGA SCADENZA
creazione di un osservatorio regionale sui DSA
formazione di un gruppo counseling di riferimento per docenti e genitori condotto da docenti esperti

QUALI SONO LE ALLEANZE INTESE COME FACILITATORI?
Alleanze con le biblioteche . Molte si stanno sensibilizzando sui DSA creando sezioni specifiche per i DSA con audiolibri, libri scritti col corpo 16, libri digitali, saggistica sui disturbi specifici.
Reti di scuole anche tra ordini di scuola diverse al fine di condividere i percorsi, le esperienze e i risultati utili ad accompagnare il ragazzo nel suo percorso formativo
incontri periodici tra referenti DSA dello stesso territorio
collaborazione con AID o associazioni presenti sul territorio

QUALI ALLENAZE DENTRO LA SCUOLA?
Alleanze tra colleghi per condividere strategie didattiche, ausili e protocolli
Commissione DSA . In molte scuole è formata dal referente, il dirigente e i genitori
collaborazione tra scuola e famiglia (si concorda il processo formativo con la famiglia, le modalità di svolgimento dei compiti, della possibilità di individuare un compagno tutor che lo aiuti a segnare i compiti sul diario...)
in classe l'insegnante individua un compagno tutor
crea alleanze con il ragazzino dsa
lavora sulle dinamiche della classe affinché il disturbo specifico e l'uso degli strumenti sia accettato e compreso dall'intero gruppo classe.

RUOLO DEL REFERENTE DSA
Il referente è sostanzialmente un mediatore, il genitore si rivolge a lui quando viene a mancare la comunicazione con gli insegnanti di classe e ci sono dei problemi nelle dinamiche relazionali e nell'applicazione della legge.
Altro compito del referente è quello di informare i colleghi sulle inizitive di formazione, fornire materiale specifico, curare l'eventuale biblioteca DSA del Circolo. Partecipa alle riunione con gli operatori sanitari del territorio tenendo alleanze. Si confronta e tiene i contatti con le altre scuole del territorio. Cerca di sensibilizzare colleghi e famiglie sulla tematica dei disturbi specifici.

Al termine dell'intervento della dott.sa Mascali è stato dato spazio al dibattito
Il mio intervento

“Per quanto concerne la formazione io sono dell'idea che dovrebbe essere resa obbligatoria in considerazione del fatto che i DSA rappresentano il 4% della popolazione scolatica e ogni classe ne ha almeno uno pertanto tutti gli insegnanti durante la loro carriera si troveranno ad affrontare il problema.Una formazione obbligatoria costringerebbe tutti a porre attenzione al problema. Le modalità possono esser le più disparate ad esempio per il personale sanitario esistono dei crediti. Si potrebbe pensare a una progressione di carriera legata alla formazione....”

RISPOSTA1: “la formazione obbligatoria costringerebbe solo le persone a star sedute e non ascoltare perchè se non c'è interesse non c'è interiorizzazione. Il sistema dei crediti è un sistema che nel pubblico non funziona perchè non ci sono i soldi per incentivare in modo adeguato le persone . Oggi noi spendiamo più di quanto ci viene rimborsato” (Risposta della Dott.sa Martina, dipendente pubblica sanitaria)

Alla Martini rispondo che sicuramente nel numero ci sarebbero persone disinteressate difficili da sensibilizzare, ma questo avviene in qualunque ambiente. Credo però che una formazione obbligatoria e un controllo severo da parte delle istituzioni, a partire dai dirigenti, obbligherebbe tutto il personale della scuola a lavorare con attenzione, a porsi delle domande sui processi di insegnamento-apprendimento, a studiare e applicare la legge. L'obiettivo non è rendere felici e soddisfatti gli insegnanti, l'obiettivo è garantire il diritto allo studio degli alunni DSA che, come ha detto Ghidoni sono una ricchezza della specie umana, ma dall'altra parte, l'alta percentuale rappresenta un'emergenza epidemiologica che non dev'essere ignorata.

RISPOSTA 2: La dott.sa Mascali risponde che non è così semplice rendere obbligatoria la formazione.
Rispondo che di sicuro non lo è ma se le istituzioni, mentre pensano alla normativa si domandano anche qual è il grado di formazione dei singoli docenti, possono arrivare alla conclusione che la formazione obbligatoria è un provvedimento obbligato e necessario affinchè il diritto allo studio diventi reale. E' evidente che ai convegni sui DSA sono presenti doventi sensibili che attuano le leggi e mettono in pratica tutto quanto è consigliabile fare, ma se si fa un'indagine concrreta sulla percentuale dei docenti di ogni singolo circolo ci si rende conto che è un buco nell'acqua. Solo per quanto concerne il convegno di oggi, che non richiede un particolare impegno, su due circoli in cui ho lavorato e di cui conosco gli insegnati sono presenti, due persone di uno e 3 dell'altro...numeri davvero ridicoli per credere che si possa risolvere qualcosa a livello di sensibilità tra il personale scolastico.

sabato 21 gennaio 2012

CONVEGNO LEGGE 170 . IVREA

Oggi si è tenuto il convegno sulla legge 170, presso le officine H d'Ivrea.
Sono intervenuti diversi specialisti del settore, tra cui il prof Ghidoni membro del comitato MIUR per la legge sui DSA
La dottoressa Martini della NPI dell'asl TO4 ha proiettato i dati relativi alle diagnosi DSA e all'invio di alunni ai servizi, di questi ultimi anni.. L'ASL TO4 è tra le poche che è in grado di garantire una certa omogeneità d'intervento in quanto al suo interno operano specialisti diversi dal NPI alle logopedisti.Uno degli aspetti positivi della legge sui DSA è che ha sensibilizzato la scuola verso questi disturbi e obbliga le asl a rilasciare le diagnosi.

QUAL E' IL PERCORSO DIAGNOSTICO PER I DSA?



Questo è l'iter che si segue quando si viene inviati all'asl per un'indagine più accurata circa le difficoltà scolastiche.


  1. Accoglienza da parte del NPI


  2. Valutazione neurologica


  3. valutazione cognitiva


  4. Approfondimento per sospetto DSA


  5. Formulazione della diagnosi secondo la Consensus Conference


  6. Restituzione diagnosi e proposta di trattamento


L'asl TO4 collabora anche con i professionisti privati in quanto la Circolare Regionale ha dato disposizioni in merito a quanto affermato dalla legge, ossia ha legiferato in merito alle diagnosi rilasciate dai centri accreditati. Poiché l'ASL non riesce a far fronte a tutte le richieste e spesso diventa importante la precocità d'intervento viene consigliato all'utenza, se può, di rivolgersi al privato e di portare la diagnosi per la convalida. La regione Piemonte, a tal fine, ha istituito una commissione denominata UMVD composta da più specialisti (NPI, psicologi, logopedisti) che hanno il compito di valutare le diagnosi dei privati accertando che siano state fatte secondo i criteri stabiliti dalla legge e che riportino il tipo di test utilizzato per la diagnosi e le deviazioni standard. Se il percorso è stato seguito correttamente la commissione convalida la diagnosi.
La diagnosi DSA viene rilasciata alla fine della 2 elementare mentre prima può essere emesso un certificato di DA, cioè di disturbo dell'apprendimento che è diverso dal disturbo specifico..
Le asl rilasciano anche la diagnosi di EES, ossia di bisogni educativi speciali che sono un contenitore di cui fanno parte anche i DSA. Il bambino con certificato di EES necessita di un percorso specifico con facilitazioni. Tale percorso dev'essere tarato sul tipo di difficoltà.
La dottoressa Martini ha poi specificato che il QI si considera nella norma da 70 in su. Tra i 70 e gli 84 si ha un'intelligenza al limite e il bambino è considerato borderline.



PROF GHIDONI



Il Professorn Ghidoni ha illustrato la L 170 ponendo l'attenzione sui punti di forza e debolezza della legge stessa.


Attualmente è stato emanato un solo decreto attuativo della legge che riguarda esclusivamente tutti gli ordini di scuola. Il secondo decreto sarà pubblicato a breve e darà indicazioni precise su :



  1. linee guida per lo screening




  2. interventi per l'individuazione dei segnali predittivi nella scuola dell'infanzia




  3. interventi per la scuola primaria




  4. accordo per indicazioni al problema della diagnosi e certificazione diagnostica. In particolare indicherà i tempi entro cui emettere la diagnosi e prendere in carico i bambini (non più di 4 mesi per emettere la diagnosi)




  5. criteri per l'individuazione dei centri accreditati




  6. elenco degli elementi che devono essere previsti nella certificazione diagnostica


La mancanza di questo secondo decreto sta creando delle criticità in molte regioni italiane in quanto vengono accettate solo le diagnosi rilasciate dalle asl, le vecchie diagnosi non hanno più valore e devono essere rifatte. Tutto ciò sta intasando il servizio sanitario ce fatica a far fronte alle richieste. Alcune regioni, tra cui il Piemonte, invece, sono intervenuti con leggi regionali proprie che hanno dato indicazioni sulle diagnosi, come previsto dalla legge. La regione Piemonte ritiene valide quelle rilasciate prima della legge e quelle dei centri privati purchè convalidate dalla commissione UMVD



La legge dà una definizione di DSA



I DSA riguardano il 3% della popolazione scolastica, questo li rende un'mergenza epidemiologica di massa.
.
I DSA sono delle entità di carattere sanitario in quanto sono alterazioni della funzione di determinate aree cerebrali che servono per le funzioni di lettura e scrittura.


I DSA sono una neurodiversità che costituisce una ricchezza della specie umana. I DSA, però possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana.


Esiste un'ambiguità dello status dei DSA perchè da un lato interessano la sanità da un punto di vista diagnostico mentre dall'altro l'intervento coinvolge la scuola perchè è di tipo pedagogico-didattico.


La scuola, quindi, fa la parte da leone e ha un ruolo fondamentale.



CHE COSA FA LA SCUOLA QUANDO SI RENDE CONTO CHE C'E' UN PROBLEMA?



Dopo aver progettato e attivati adeguati percorsi di recupero e aver verificato che non ci sono stati miglioramenti significativi, la scuola convoca la famiglia consigliando di rivolgersi a uno specialista per approfondire l'origine del problema. Le modalità di comunicazione sino lasciate all'autonomia scolastica. Ci sono scuole che hanno preparato un documento apposito col quale le famiglie vengono informate della necessità di rivolgersi a uno specialista. Altre scuole decidono di informare solo verbalmente.Naturalmente una comunicazione scritta può essere messa agli atti della scuola ed essere la dimostrazione che la scuola si è mossa di fronte al problema. Quali sono le parole migliori per dirlo? Bisogna essere sinceri e trasparenti spiegando che nonostante le attività mirate di recupero non ci sono stati miglioramenti.La famiglia può decidere di non proseguire, allora la scuola deve accettare queste decisioni, non può imporre un percorso diagnostico, però deve informare che qualora le difficoltà dovessero persistere il bambino non potrà essere tutelato in sede d'esame e di INVALSI, in quanto se non c'è una diagnosi non si può applicare la legge


.
FLESSIBILITA' DIDATTICA


la flessibilità didattica significa supportare i bambini in difficoltà con gli strumenti. Se il bambino può utilizzare gli strumenti adeguati riesce ad apprendere.


Gli obiettivi devono restare gli stessi del gruppo classe, ciò che cambiano sono la metodologia e gli strumenti.


L'esonero alla lingua straniera deve'essere richiesta solo in casi gravissimi in quanto se c'è l'esonero non può essere rilasciato un diploma. Il ragazzo, però, può essere dispensato dalla lingua scritta e compensare con le interrogazioni orali, attraverso le quali può dimostrare comunque il raggiungimento degli obiettivi e l'acquisizione delle competenze.


CHE COSA E' ACCADUTO DOPO LA LEGGE?



  1. Emanazione del decreto attuativo 5969

  2. linee guida

  3. schede di lavoro (non ancora pubblicate)

  4. 2° decreto attuativo sulla salute (non ancora emanato)



LA LIBERTA' D'INSEGNAMENTO



La libertà d'insegnamento dev'essere rispettata ma il docente stesso deve basare tale libertà anche sulle conoscenze scientifiche . Fino a diversi anni fa andava di moda il metodo globale per l'apprendimento della lettura e della scrittura ma poi è stata dimostrata la sua inefficacia in quanto non era un vero metodo di lettura e creava diverse difficoltà nei bambini con un DSA latente. In Francia questo metodo è stato bandito per legge. Studi recenti hanno dimostrato che il metodo migliore è quello fonico sillabico.



Dopo l'intervento deL Prof Ghidoni è stato dato spazio al dibattito ed io sono intervenuta con una domanda che attendevo di fare da tempo a qualche esperto di DSA



“Ci sono dei riabilitatori della scrittura che ritengono il corsivo il carattere di scrittura migliore che va insegnato sin dai primi giorni della scuola primaria. Le motivazioni addotte da tali esperti è che il corsivo è più spontaneo per il bambino in quanto legato allo sviluppo di una determianta zona cerebrale chiamata il Pallido e perchè tale tratto è molto simile allo scarabocchio che è il primo gesto grafico compiuto dal bambino. Il problema è che le loro affermazioni sono in netto contrasto con quanto affermato da sempre dagli specialisti DSA e ciò crea molto confusione in noi insegnanti che non sappiamo come comportarci, quale carattere insegnare per prima. Quindi le chiedo le motivazioni per cui voi ritenete piu' utile e migliore lo stampatello a differenza del corsivo e cosa ci consiglia di fare, dato che le diagnosi dsa vengono rilasciate a fine seconda ma noi dobbiamo insegnare a scrivere in 1. Inoltre noi non sappiamo chi, in classe 1, è potenzialmente un dsa




Risposta: lo stampatello è ritenuto il carattere migliore per imparare a scrivere in quanto i caratteri sono staccati e le lettere ben distinte le une dalle altre pertanto viene facilitato il riconoscimento fonologico. Utilizzando da subito lo stampatello vengono ridotti i casi di disortografia grazie a questa maggiore capacità di discriminazione. Nel corsivo non è possibile perchè le lettere sono concatenate tra loro ed è difficile distinguerle, soprattutto se un bambino è disgrafico.



Il consigio è quello di presentare un carattere per volta partendo dallo stampatello.

sabato 7 gennaio 2012

ASSOCIAZIONE LE BACCANTI

(Dottoressa Tania Bocchino, fondatrice dell'Associazion Culturale Le Baccanti)




All'indirizzo http://www.associazionelebaccanti.com/ potete trovare tutte le informazioni su questa associazione culturale nata per promuovere "il turismo in Piemonte e tutelare il patrimonio artistico-culturale della regione nel rispetto della vita indipendente delle persone disabili"




La fondatrice, dottoressa Tania Bocchino, vive a Feletto dove ha sede l'associazione,il suo obiettivo è quello di invitare gli italiani a fare qualcosa di concreto affinchè la vita dei diversamenti abili, quali quelli colpiti da SMA, sia il più indipendente possibile e venga superato il pregiudizio ancora esistente tra la gente comune .In particolare la dottoressa Bocchino vuole porre l'attenzione della comunità sui problemi che devono affrontare quotidianamente i pazienti neuromuscolari, in particolare sta collaborando per la creazione di un protocollo comune e per l'interessamento dell'Istituto Superiore della Sanità per corsi di formazione indirizzati a personale medico, paramedico e scolastico.



Per i prossimi mesi la dottoressa e la sua associazione stanno organizzando un evento culturale a cui prenderanno parte vari artisti, il ricavato verrà utilizzato per l'assistenza respiratoria ai pazienti neuromuscolari.




L'iscrizione è gratuita chi è interessato può inviare una mail alla dottoressa mettendo come oggetto "ISCRIZIONE", l'indirizzo è tania.bocchino@gmail.com

SMA

La SMA è l'atrofia muscolare spinale di origine genetica che si manifesta nel momento in cui due portatori sani s'incontrano, il nascituro ha il 25% di probabilità di nascere ammalato.



La SMA, colpendo i neurotrasmettitori inibisce il movimento degli arti inferiori, il controllo del collo , della testa e della deglutizione.



I soggetti colpiti da questo tipo di atrofia presentano un'intelligenza, generalmente, superiore alla media e i loro sensi non sono alterati.



La SMA si suddivide in 3 tipi in base alla gravità e al periodo d'insorgenza.



Il tipo I è quello più grave che porta alla morte entro i primi mesi di vita a causa di complicanze respiratorie.



Il tipo III è la meno grave e può insorgere nell'edolescenza.



Il tipo IV può manifestarsi negli adulti






Le persone affette da SMA sono persone diversamente abili nelle abilità motorie e non in quelle cognitive.






Purtroppo questa malattia è ancora poco conosciuta dalla "gente comune" e la scarsa conoscenza genera pregiudizio, esattamente come avviene per i DSA.



La dottoressa Tania Bocchino di Feletto, si sta battendo affinchè vengano superate certe barriere non solo architettoniche ma soprattutto culturali. A tal fine ha fondato un'associazione http://www.associazionelebaccanti.com

con la quale vuole promuovere l'autonomia delle persone diversamente abili.

domenica 1 gennaio 2012

ISCRIZIONI ANNO SCOLASTICO 2012 - 2013

LE ISCRIZIONI DEVONO ESSERE EFFETTUATE ENTRO IL 20 FEBBRAIO 2012

Cm 110_11 del MIUR

" PREMSSA:
la presente circolare disciplina le iscrizioni alle scuole dell’infanzia e alle classi delle scuole di ogni ordine e grado per l’anno scolastico 2012/2013 ed ha come principali destinatari le famiglie, le Istituzioni scolastiche, le Direzioni scolastiche regionali con i relativi Uffici territoriali, le Regioni e gli Enti Locali.
Il termine di scadenza per le iscrizioni alle scuole dell’infanzia, alle classi delle scuole del primo ciclo, alle classi del secondo ciclo, ivi comprese quelle relative ai percorsi di istruzione e formazione professionale erogati in regime di sussidiarietà dalle istituzioni scolastiche, è fissato al 20 febbraio 2012.
L’iscrizione alle sezioni di scuola dell’infanzia e alle classi prime della scuola primaria, secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado è effettuata a domanda, come da modelli allegati A, B, C e D. A tal fine gli interessati rendono le informazioni essenziali relative all’alunno (nome e cognome, data di nascita, residenza) ed esprimono le proprie scelte in merito alle possibilità di fruizione del tempo scuola, della mensa e degli altri servizi indicati dalle istituzioni scolastiche sulla base del POF e delle risorse disponibili. .....
.....
Le domande di iscrizione sono accolte entro il limite massimo dei posti complessivamente disponibili nella singola istituzione scolastica , limite definito sulla base delle risorse di organico e dei piani di utilizzo degli edifici scolastici predisposti dagli Enti locali competenti. Resta inteso, comunque, che l’Amministrazione scolastica deve garantire in ogni caso, soprattutto per gli alunni soggetti all’obbligo di istruzione, la fruizione del diritto allo studio attraverso ogni utile forma di razionalizzazione e di indirizzo a livello territoriale.
E’, pertanto, evidente che un’aperta ed efficace collaborazione tra le scuole e gli Enti locali consente di individuare in anticipo le condizioni per l’accoglimento delle domande, pur con le variazioni che di anno in anno si rendono necessarie.
Nella previsione di richieste di iscrizione in eccedenza, le scuole procedono alla definizione dei criteri di precedenza nella ammissione, mediante apposita delibera del consiglio di circolo/istituto, da rendere pubblica prima dell’acquisizione delle iscrizioni, con affissione all’albo e, ove possibile, con la pubblicazione sul sito web dell’istituzione scolastica.
Si rammenta, in proposito, che, nel rispetto dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, i criteri di precedenza deliberati in ottemperanza delle norme vigenti, non sono soggetti ad autorizzazioni preventive. In ogni caso tali criteri debbono rispondere a principi di ragionevolezza quali ad esempio quello della viciniorietà della residenza dell’alunno alla scuola.
Le scuole hanno l’obbligo di acquisire al protocollo le domande presentate e di comunicare, per iscritto, agli interessati il mancato accoglimento delle stesse. La comunicazione di non accoglimento, debitamente motivata in relazione ai criteri di cui sopra, deve essere effettuata con ogni possibile urgenza per consentire l’opzione verso altra scuola.....

SCUOLA PRIMARIA:

I genitori o i soggetti esercenti la potestà genitoriale1:
- debbono iscrivere alla classe prima della scuola primaria i bambini che compiono sei anni di età entro il 31 dicembre 2012;
- possono iscrivere anticipatamente i bambini che compiono sei anni di età entro il 30 aprile 2013. A tale ultimo riguardo, per una scelta attenta e consapevole, i genitori o gli esercenti la patria potestà possono avvalersi anche delle indicazioni e degli orientamenti forniti dai docenti delle scuole dell’infanzia frequentate dai proprio figli.
1 La previsione normativa contenuta nell’art. 155 c.c., novellato dalla legge 8 febbraio 2006, n. 54, stabilisce che: “La potestà genitoriale è esercitata da entrambi i genitori. Le decisioni di maggiore interesse per i figli relative all’istruzione, all’educazione e alla salute sono assunte di comune accordo tenendo conto delle capacità, dell’inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli. In caso di disaccordo la decisione è rimessa al giudice. Limitatamente alle decisioni su questioni di ordinaria amministrazione, il giudice può stabilire che i genitori esercitino la potestà separatamente”. Cfr anche la nota del Dipartimento dell’Istruzione prot. 1818 del 4 dicembre 2008.

Ogni singola istituzione scolastica, all’atto dell’iscrizione, mette a disposizione delle famiglie il proprio Piano dell’offerta formativa (P.O.F.) recante le articolazioni e le scansioni dell’orario settimanale delle lezioni e delle attività (inclusa l’eventuale distribuzione dei rientri pomeridiani) e la disponibilità dei servizi di mensa, secondo quanto previsto dall’art.4 del D.P.R. n.89/2009.
All’atto dell’iscrizione, i genitori o gli esercenti la potestà genitoriale esprimono le proprie opzioni rispetto alle possibili articolazioni dell’orario settimanale, che, in base all’art. 4 del Regolamento, è così strutturato: 24; 27; fino a 30; 40 ore (tempo pieno).
L’accoglimento delle opzioni fino a 30 ore settimanali o per il tempo pieno è subordinato alla esistenza delle risorse di organico e alla disponibilità di adeguati servizi, circostanze queste che dovranno essere portate a conoscenza dei genitori all’atto dell’iscrizione.
L’adozione del modello di 24 ore settimanali si rende possibile solo in presenza di un numero di domande che consenta la formazione di una classe.
Con riferimento alle diverse opzioni, le istituzioni scolastiche organizzano le attività didattiche tenendo conto dei servizi attivabili e delle consistenze di organico.
Per quel che concerne l’accesso alle classi successive alla prima, si richiama all’attenzione che gli alunni soggetti all’educazione parentale debbono sostenere l’esame di idoneità prima dell’inizio dell’anno scolastico. "

4.C - Alunni con disturbi specifici di apprendimento (DSA)

Per l'attuazione delle misure previste dalla legge n. 170/2010, i genitori di alunni e studenti con DSA presentano la certificazione diagnostica effettuata dal Servizio sanitario nazionale o da specialisti e strutture accreditate, secondo quanto indicato dall’art. 3 della stessa legge n. 170/2010.
Gli Uffici Scolastici Regionali attivano, ai sensi dell’articolo 2, comma 2, del D.M. n.5669 del 12 luglio 2011 tutte le necessarie iniziative e procedure per favorire il rilascio di una certificazione diagnostica dettagliata e tempestiva da parte delle strutture preposte.
A questo proposito, è bene precisare che il quadro applicativo delle disposizioni della legge n.170/2010, al momento dell’emanazione della presente, non è giunto a completamento ed è in corso di predisposizione l’Accordo Stato-Regioni per il rilascio delle diagnosi DSA da parte del Servizio sanitario nazionale.
Alcune Regioni hanno già impartito disposizioni in ordine alle diagnosi DSA, sia per quanto riguarda le nuove diagnosi, sia per la “revisione” da parte del Servizio sanitario regionale delle diagnosi rilasciate da privati
. Ciascun Ufficio Scolastico Regionale e ciascuna Istituzione Scolastica dovrà quindi conformare la propria azione a tali disposizioni Regionali.
Le istituzioni scolastiche assicurano le idonee misure compensative e dispensative di cui al citato D.M. n.5669 del 12 luglio 2011 e delle allegate linee guida; in particolare, provvedono ad attuare i necessari interventi pedagogico-didattici per il successo formativo"

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