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ALCUNE INFORMAZIONI SU DI ME

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Torino , Italy
Da 13 anni sono referente per la dislessia, da 3 Funzione Strumentale per l'inclusione del mio istituto. Insegno da 26 anni nella scuola primaria. Dal 2019 collaboro con l'associazione O.S.D a.p.s ( Organizzazione a Sostegno dei Disturbi dell'età evolutiva) come referente per il Piemonte e la Valle d'Aosta ( osdpiemonte@gmail.com ) Sono autrice della favola "Lucertolina e Mirtillina" del libro per bambini sui DSA "Abracadabra Lucertolina". Alcune mie favole sono state pubblicate in altri due libri per bambini editi dalla casa editrice Mammeonline; curo il forum D.S.A su un sito per mamme;ho relazionato ad incontri e convegni sui disturbi specifici dell'apprendimento. Ho presentato il libro sui D.S.A, di cui sono coautrice, al Salone del Libro di Torino. Ho conseguito la specializzazione polivalente presso l'Istituto G Toniolo di Torino, con il massimo dei voti.

sabato 20 luglio 2019

Mappe e pregiudizi

Questione annosa: l'uso delle mappe!
Spesso mi chiedono indicazioni sul dove reperirle; c'è anche chi le vende!
In realtà le mappe sono un metodo, uno dei tanti e non solo uno strumento concesso e previsto per gli studenti con DSA.
Le mappe,  inoltre,  non sono utili a chiunque,  ad esempio,  chi ha problemi di tipo visuo spaziale può trovare difficoltà nell'usarle; chi ha un funzionamento cognitivo più di tipo uditivo può trovarle non così indispensabili.  Sicuramente possono risultare utili per chi ha un funzionamento  visivo.
Essendo un metodo di studio va insegnato, non improvvisato o lasciato al caso. Va insegnato a TUTTI,  in aula,  come parte integrante della lezione,  come primo passo dell'apprendimento.  È un metodo che,  comunque,  aiuta a riflettere per trovare connessioni tra le varie parti del testo o gli argomenti di un capitolo; induce a ragionare sulla causa/effetto. Si parte leggendo il testo del quale sarà necessario estrapolare le parti importanti,  di queste bisognerà tirare fuori il concetto o la parola chiave. I vari concetti vanno poi collegati tra loro secondo un nesso logico.  La mappa è un po' come una cartina stradale che, guarda caso, si chiama proprio "mappa stradale " . Percorrendola è possibile ricostruire il percorso del contenuto studiato e permette di farlo secondo un certo ordine.
Le mappe spaventano molti insegnanti.  Pochi insegnano a TUTTI ad usarle; molti hanno paura che chi non ha un BES le usi; diversi sono titubanti nel farle usare ai ragazzi con BES; altri ancora non fanno nulla per incentivare i ragazzi con BES ad usarle.
Certamente esiste un preconcetto radicato in molti secondo i quali la mappa è una facilitazione e non un metodo.  Non rare sono affermazioni del tipo " se faccio usare le mappe durante la verifica non so quanto abbiano studiato davvero " queste persone probabilmente non hanno ben chiaro di come funzionino l'apprendimento e le mappe.  Se non studio non so orientarmi sulla mappa; se non studio non so argomentare pur avendo sotto agli occhi parole chiave. Inoltre, molti alunni della classe non sentiranno nemmeno il bisogno di utilizzarla perché,  come ho già spiegato,  può non rientrare nel loro stile di apprendimento.  Però quel concederle a tutti permette di aiutare chi ne ha davvero bisogno.  Riservandole "solo a chi ha una certificazione " non si fa inclusione ma si tenderà ad emarginare chi si sentirà,  per forza di cose discriminato.  Questo accade soprattutto in adolescenza dove "sentirsi omologati ai pari" dá sicurezza, aiuta a confondersi nel gruppo e a tenere lontani i giudizi che,  a questa età,  pesano come macigni. Ci sono adolescenti con BES che preferiscono la bocciatura all'uso degli strumenti,  alla paura di essere considerati "diversi " dai compagni.  È qui che entra in gioco il ruolo educativo ed inclusivo dell'adulto,  dove,  l'adulto,  è rappresentato dal corpo docente.  Dare pari opportunità a tutti fa sì che si prenda coscienza delle peculiarità individuali.  Sta alla scuola lavorare sulle differenze,  sta ai docenti includere.
Mi hanno raccontato di un ragazzo che non voleva usare le mappe nonostante avesse imparato a costruirle  bene. C'era una disciplina per lui piuttosto complessa dove,  nonostante l'impegno,  non raggiungeva la sufficienza.  I risultati,  invece, erano evidenti quando ripeteva la lezione con la mappa davanti.  Verso la fine dell'anno si era deciso ad usarle ma non davanti ai compagni.  Chiese al docente di interrogarlo lontano dagli occhi giudicanti degli amici,  durante l'ora buca.  Gli fu risposto di no! Peccato! Peccato per la grande occasione persa di far capire a quel ragazzo che con le mappe sarebbe stato capace di raggiungere la sufficienza; occasione persa per aiutarlo a capire cosa non andasse nel suo metodo di studio. Il ragazzo continuerà a non usare le mappe e gli strumenti in classe! La scuola ha perso una grande occasione per fare inclusione e continuerà a tenersi le proprie paure.

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